Olimpiadi. Vlhova regina, l’oro arriva in Comelico con Baldissarutti

PECHINO. Comelico d’oro alle Olimpiadi di Pechino con Matteo Baldissarutti, allenatore di Petra Vlhova che ieri si è laureata regina di slalom. Un’emozione condivisa con lo staff di cui fa parte l’allenatore di Santo Stefano di Cadore. «Petra ha fatto qualcosa di incredibile», racconta. «Dopo una prima manche complicata ha ritrovato la grinta che la contraddistingue vincendo una medaglia d’oro che rende merito alle sue grandi qualità, non solo di atleta».
Baldissarutti rivela un retroscena decisivo per la vittoria: «Tra la prima e la seconda manche ci siamo uniti a lei. Una squadra è una piccola famiglia, in quel momento Petra aveva bisogno di noi, del nostro sostegno, di sentirsi apprezzata e comunque in fiducia nonostante una prima manche tutt’altro che felice. La vicinanza del suo team è stata importante, l’abbiamo caricata e lei ha ripagato in pista come meglio non avrebbe potuto fare. Cosa ci siamo detti prima dell’inizio della seconda manche? Questo lo teniamo in segreto». Matteo Baldissarutti svela gli elementi che accompagnano le gesta di Petra Vlhova alle Olimpiadi di Pechino. «Avverte attorno a sé una pressione incredibile. Forse in Italia non succede, gli sportivi acclamati sono altri ma in Slovacchia lei è davvero una star. Volendola paragonare ad un atleta italiano dello sci a livello di fama mi verrebbe da dire Alberto Tomba. La pressione è un’arma a doppio taglio. La gente si aspetta che Petra venga qui alle Olimpiadi a vincere medaglie una dietro l’altra ma sappiamo tutti che non è così facile, tanto meno scontato. Ci sono le altre atlete e poi ci sono le variabili in pista dove, in una gara secca come le Olimpiadi, tutto può accadere». E gli obiettivi non sono finiti: «Faremo il super G (domani, ndr) ma senza grosse aspettative. Più che altro proveremo a saggiare la pista in vista della combinata. Lì il discorso cambia, vedremo di fare qualcosa di importante».
Questa medaglia d’oro per Matteo Baldissarutti: «È il coronamento di un sogno. Dopo tanti anni di sacrifici, trascorsi in giro per il mondo, lontano da casa e dalla mia famiglia, è questo il momento che tanto aspettavo. Il momento che ripaga tutto, in un colpo solo. È stata una giornata indescrivibile, faccio ancora fatica a capire cosa è successo. Mi ci vorrà qualche giorno. Dediche? Scontate forse ma facili da fare: per mia moglie e per mia figlia che presto nascerà ma anche per la mia famiglia. Se sono qui è grazie ai miei genitori che mi hanno messo sugli sci da piccolissimo, permettendomi di crescere e trasformare una passione in un lavoro vero». Un lavoro che da ieri è d’oro.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi