È divorzio fra Valbelluna e il coach Bulla

Il tecnico si dimette, anticipando una decisione comunque già presa dalla società dopo il brutto ko di Mogliano
Coac Gian Piero Bulla
Coac Gian Piero Bulla

BELLUNO. Il Valbelluna basket è senza allenatore. Ieri mattina Gian Piero Bulla ha presentato le sue dimissioni, che sono «irrevocabili», puntualizza.

Domenica il Valbe ha perso malamente a Mogliano, palesando una crisi profonda, ma la decisione di Bulla dipende solo in parte dall'esito della partita. Anzi, in realtà anticipa le mosse della società, come conferma il presidente, Massimo Tomas.

«Ha anticipato una decisione che era stata praticamente già presa». E che non è ancora stata comunicata – ufficialmente – all'ormai ex allenatore del Valbe. Bulla aveva intuito cosa stava per accadere da un episodio occorso ieri, in mattinata: un messaggio, ricevuto sul telefono, con scritto “Bye” (addio), seguito dalla rimozione del coach dal gruppo della squadra.

«Il presidente mi ha detto che deve fare alcune valutazioni e che ne deve parlare con la società. Ma immagino benissimo quali siano queste valutazioni, quindi gli ho semplificato il compito. Mi sono dimesso io. In maniera irrevocabile».

Bulla si dichiara «fortemente dispiaciuto per come sono venuto a sapere di una decisione che, evidentemente, era già stata presa considerando il messaggino che mi è arrivato questa mattina (ieri, ndr). In questa società vedo tante cose che non funzionano: l'organizzazione, la programmazione, la gestione di persone che si comportano un po' come vogliono. Forse il presidente pensa di fare le nozze con i fichi secchi, ma non ha capito che non ha una squadra. Quello che ho fatto io nel girone di andata è stato il massimo che si poteva ottenere da una formazione di questo tipo», aggiunge amareggiato.

Ma cos'è successo al Valbelluna, che avrebbe dovuto giocare un campionato tranquillo, teso alla crescita dei giovani e, perché no, alla lotta per la promozione in serie D?

«C'entrano diversi fattori», spiega Tomas. «Dopo la prima partita si è spezzata l'armonia. E nel rendimento della squadra ha influito sicuramente anche la serie di arbitraggi penalizzanti con i quali abbiamo dovuto fare i conti, e che temo derivino dalle dichiarazioni che sono state fatte al termine della prima giornata di campionato».

Tomas contesta anche la gestione della squadra da parte di Bulla: «Ha sbagliato la gestione dell'ultimo quarto di gara contro il Mogliano», aggiunge il presidente. Che si riferisce all'aver messo in campo un quintetto di soli giovani, lasciando in panchina gli uomini di esperienza. «Quando mancavano 5 minuti e mezzo alla fine eravamo sotto di 10 punti. Perché non ha provato a vincere? Non si possono buttare allo sbaraglio tutti gli under e lasciare in panchina i veterani».

Ma il Valbelluna non aveva iniziato la stagione con l'obiettivo di far crescere i giovani?

«Sì, ma i nostri non hanno l'esperienza necessaria per giocare i minuti decisivi di una partita di questo livello», puntualizza Tomas. «Vanno usati con logica, bisogna farli crescere, non buttarli nella mischia in quella maniera».

Ma Tomas ha qualcosa da dire anche su un altro aspetto: «Non tollero che si urli in quel modo contro un giocatore (è successo domenica, ndr). Se il ragazzo non sta facendo quello che deve, va sostituito e, in panchina, gli si spiega cosa non funziona. Invece domenica Bulla ha sbraitato l'impossibile, come sempre, salvo poi guardare gli ultimi 5 minuti seduto sulla sedia, passivo. Ci ho letto una resa».

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