Sex Shop, pubblicità regolare sulla statale: il vicino perde la causa

cesiomaggiore
Sex Shop, il cartello è regolare. La pubblicità dello storico negozio di Busche sulla statale 50 non sarà tolta e continuerà a indicare la traversa giusta da imboccare, per raggiungerlo. Ma un cesiolino, che abita in via Nazionale e se lo vede davanti tutti i santi giorni, provando un certo fastidio, aveva schierato un avvocato in una causa civile contro la proprietaria, ipotizzando che non avesse le autorizzazioni necessarie, che ci fossero dei problemi di parcheggio e temendo che ne comparissero altri di quei pannelli, magari addirittura di altri esercizi commerciali dello stesso genere. Busche, una frazione a luci rosse?
Il giudice civile Fabio Santoro ha ascoltato le ragioni di tutti e respinto il ricorso presentato dall’avvocato Claudia Alpagotti, dando ragione al legale Emiliano Casagrande che rappresentava la negoziante, senza entrare nel merito dei timori del ricorrente, che non sono materia da Codice Civile.
Il Sex Shop di Busche è attivo dal 1969 e risulta il primo a livello nazionale. È in via Campo Basso, non ha vetrine, soltanto un insegna sul tetto del condominio che lo ospita da sempre con le bandiere italiana ed europea. Il secondo passo è stato quello di piazzare un’indicazione in fondo alla stradina e, da qualche tempo, ce n’è anche un’altra lungo la 50 di Grappa e Rolle, modello fermata dell’autobus. È quest’ultimo ad aver dato fastidio a un residente sulla settantina, che l’anno scorso ha dato mandato al proprio legale di promuovere una causa, evidentemente esasperato dalla presenza di una pubblicità che peraltro non ha alcuna immagine vietata ai minori. Una serie di cuori e il disegno di una signorina in stivaloni di pelle e cappello a cilindro, che non mostra niente a pedoni e automobilisti: è il marchio registrato del negozio e, in aggiunta, c’è il sito internet.
Secondo quanto è emerso, la gestrice ha ereditato quello spazio e chiesto tutte le autorizzazioni necessarie all’Anas, che è l’ente gestore della strada e al Comune di Cesiomaggiore, che si occupa delle pubbliche affissioni. Tecnicamente non è una nuova opera e non esiste quello che si chiama “danno temuto”. L’avvocato Casagrande ha dimostrato che non c’è alcun articolo del Codice che lo vieti e ha vinto la causa. —
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