Rifugio Rinfreddo, dieci candeline

Un ricco calendario di eventi che ha come clou la giornata odierna per festeggiare il primo decennio di un'attività che è ormai decollata
Una veduta del rifugio Rinfreddo, che oggi festeggia i suoi primi 10 anni (e un mese...) di attività essendo stato inaugurato il 24 giugno del 2001
Una veduta del rifugio Rinfreddo, che oggi festeggia i suoi primi 10 anni (e un mese...) di attività essendo stato inaugurato il 24 giugno del 2001
 
COMELICO SUPERIORE.
Inaugurato il 24 giugno 2001, il rifugio Rinfreddo festeggia i dieci anni di attività. Per l'occasione è stato messo a punto un ricco calendario di eventi (scaricabile dal sito www.rifugiorinfreddo.com
) che culminerà oggi con i festeggiamenti per il decennale.
 «Come già in occasione dell'inaugurazione, un decennio fa», commenta Olga Sacco Comis che gestisce il rifugio, «anche stavolta avremo l'onore di avere il Coro Peralba, che canterà alle 11.30 e proseguirà dopo il pranzo. Nel pomeriggio proseguiranno gli intrattenimenti con l'esibizione del gruppo folkloristico "Mini-Legar" con le loro tradizionali ballate come liane, vécia e paris. Per l'occasione», dice sorridendo la gestrice, «abbiamo invitato anche il sole, che speriamo ci onorerà della sua presenza, consentendo a tutti di godere del meraviglioso panorama di Rinfreddo che abbraccia in un solo colpo d'occhio i Tre Scarperi, il gruppo del Popera, dalla Croda Rossa alla Aiarnola con alle spalle il Giralba, i Brentoni in fondo alla Val Comelico e, più arretrate, le Dolomiti del Cadore. Colgo l'occasione per ringraziare, anche a nome degli altri rifugisti, la Camera di Commercio di Belluno e la Regione Veneto per l'importante azione di sostegno realizzata nell'ambito del piano di azione strategico per la valorizzazione e promozione turistica delle Dolomiti e della montagna veneta. Un aiuto fondamentale per consentire la valorizzazione ed il miglioramento delle nostre piccole attività di montagna ed un incentivo», aggiunge Olga Sacco Comis, «per soffermarsi su alcune valutazioni della portata del riconoscimento Unesco, sia rispetto alle opportunità di crescita e sia in termini di responsabilità nella custodia del territorio e nella divulgazione del suo valore naturale e culturale». E termina facendo i doverosi ringraziamenti a tutti coloro «che in questi dieci anni mi hanno aiutato, sostenuto e incoraggiato nella gestione del rifugio: familiari, collaboratori, amici e clienti, permettendomi di superare le difficoltà iniziali, di crescere un poco ogni anno e di avere ad ogni stagione lo stimolo per migliorare».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi