«Ma nel Corlo fare il bagno è proibito»

Andiamo al lago a fare un bagno. Un tuffo per rinfrescarsi, hanno pensato in molti nel fine settimana, senza fare troppo caso al cartello di divieto di balneazione. La realizzazione dell'area attrezzata con panchine e barbecue, le passeggiate lungolago, di cui una inaugurata recentemente che collega il camping Gajole fin quasi alla centrale idroelettrica, la riapertura dell'albergo Parigi con le nuove titolari Giulia e Laura Farronato sono tutti tasselli che hanno accresciuto l'appeal dello specchio d'acqua all’occhio dei turisti, soprattutto quelli della domenica tra i quali tanti provenienti dal vicentino per passare qualche ora di refrigerio. Tra loro anche molti feltrini che hanno riscoperto il bacino come luogo dove trascorrere una giornata immersi nella natura con la possibilità di abbronzarsi a costo quasi zero. Ma il primo week-end di luglio oltre al caldo record consegna al proseguo dell'estate anche il rischio - dopo aver mangiato o sorseggiato una bevanda fredda per affrontare meglio il solleone – di sottovalutare il pericolo congestione. Florin Tinc, trentasei anni rumeno, regolare in Italia dove è arrivato da pochi mesi abitando a Rossano Veneto, è morto così, per colpa di un'imprudenza risultata fatale, annegato alle 16 di una domenica torrida mentre si stava divertendo con gli amici al lago di Arsiè. Che non essendo balneabile, non ha l'obbligo di un bagnino. Il sindaco Ivano Faoro lo ha detto chiaramente: «In ogni caso non avremmo le forze e i mezzi per controllare tutte le coste». Gli fa eco il consigliere con delega al turismo sul lago Mario Zancanaro, che in questo senso apre le porte a un'alternativa: «Spetta all'Arpav concedere la balneabilità per le acque dichiarate non idonee alcuni anni fa. Da parte sua il Comune non ha la possibilità di prendersi l'onere di sostenere le spese e non ce la fa ad ingaggiare personale, ma siamo anche disposti a dare in concessione tratti di sponda, in subaffitto a privati con tutte le prescrizioni del caso come la supervisione di un bagnino».
Dando poi uno sguardo al richiamo di bagnanti in questo scorcio di inizio estate, calda, limpidissima (e umida), i segnali turistici sono discordanti. Va bene nella zona dell'albergo Parigi: «Nelle ultime domeniche c'è stata veramente una buona affluenza, soprattutto stranieri - tedeschi e olandesi in particolare – che si fermano 4-5 giorni. Pochi invece gli italiani», dicono i gestori. Che in merito all'ipotesi di ingaggiare un bagnino, magari unendo le forze e dividendo le spese con le altre strutture ricettive, aggiungono: «Sarebbe una cosa da organizzare prima dell'inizio della stagione, ora è il momento di lavorare e non c'è tempo per altro». Una considerazione aggiuntiva dal camping Gajole: «Quella successa domenica è una fatalità. Naturalmente dispiace molto, ma anche il mare è pericoloso, così come ci si può fare male in montagna o sulle strade. L'idea di un bagnino non c'è mai stata e uno non basterebbe. La nostra clientela sembra comunque preparata nell'approccio al lago». Quanto alle prenotazioni, per ora sono sotto la media delle ultime stagioni: «Non c'è ancora il grande afflusso, magari arriverà più tardi», il commento dal camping. «Ora vediamo i turisti olandesi (i fedelissimi del Corlo) cosa sceglieranno per le vacanze».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi