Legno asciato e arredamento la tradizione si fa moderna

Sappada. Ambient’Arredo è la prima azienda sul Piave: produce arredi per la montagna e la pianura L’ex sindaco Graz: «Recuperiamo una lavorazione tipica che usa l’ascia e rende le tavole uniche»

SAPPADA. «Nella nostra professione c’è tutta la passione del lavorare in montagna, ma anche il gusto di recuperare una tradizione tipica sappadina, quella del legno asciato». Alberto Graz osserva dalla finestra del suo ufficio la cima del Monte Peralba che, quando ci sono giornate nitide come questa, sembra di poter toccare. Ed ascolta il gioioso rumore delle acque del Piave, il fiume sacro alla Patria, che nasce poco più in alto. «Sì - conferma - la nostra Ambient’Arredo è la prima azienda sul fiume Piave, a 1.300 mt. di quota; un piccolo record che ci fa riflettere e ci rende orgogliosi». Ma perché trenta anni fa ha scelto di aprire la sua attività proprio qui? «Perché volevo vivere a Sappada, a pochi metri da casa. Ed ha mai pensato cosa voglia dire, in termini di qualità della vita, lavorare così vicino a dove si abita?».

Già presidente della Società Impianti a fune, già sindaco di Sappada dal 2009 al 2014, Alberto Graz è famoso più per la sua riluttanza alle luci della ribalta, ed alle interviste giornalistiche, che per i tanti progetti realizzati; ad esempio il Parco di Nevelandia, fiore all’occhiello di Sappada, o i consistenti contributi pubblici che è riuscito ad attirare nel suo quinquennio da sindaco. È insomma fedele al detto montanaro che è meglio fare che parlare. Una filosofia che segue anche nella sua attività professionale, dove ama esprimersi, piuttosto, con i progetti realizzati. «Il passaparola in fondo è il modo migliore per farsi conoscere, se punti alla qualità ed anche alla valorizzazione della tradizione. Ho fondato Ambient’Arredo nel 1986, quando avevo 22 anni e mi ero fatto un po’ di esperienza in Pusteria, a Villabassa, dove ho imparato a valorizzare un certo tipo di arredi tipici della montagna, a base di legno». Oggi in azienda sono in sei, con lui alla guida c’è il cugino Stefano Graz. Una filosofia ben precisa: «Essere ambasciatori di questo stile, l’asciato a mano, che è una rivisitazione degli antichi sistemi costruttivi delle case di Sappada». Di cosa si tratta? «Di una lavorazione prettamente manuale che squadra il legno con l’ascia fino a rendere le tavole del tutto particolari ed uniche, con un effetto molto tipico e particolarmente apprezzato ancora oggi, e non solo in montagna». Chi sono i vostri clienti? «Potenzialmente tutti, dai “montanari” ai turisti che hanno la seconda casa in montagna, ad esempio, ma arrediamo anche abitazioni di città, soprattutto nel Triveneto. Capita comunque anche di spostarsi per lavorare in Austria o in Slovenia, ad esempio». Tutto legno e solo legno? «Qui a Sappada abbiamo la fortuna di avere tantissimi artigiani molto abili nelle lavorazioni di pregio; penso ad esempio a chi valorizza il nostro legno grazie alle luci a led di nuova generazione, agli idraulici, ai tappezzieri, ai fabbri, ai piastrellisti, ma anche ai maestri vetrai che, per esempio, hanno realizzato per noi un vetro con un inserto di tessuto, che abbiamo utilizzato per una porta che dalla camera conduce al bagno. Noi siamo aperti a qualsiasi tipo di collaborazione».

A Cima Sappada numero 128, c’è anche, sopra la falegnameria, uno showroom dove si possono apprezzare gli ambienti (cucine, camere, salotti) che sono originati dalla creatività di Ambient’Arredo. «Una volta si usava il tecnigrafo, oggi si disegna al computer; ma il gusto, la ricerca del particolare, la cura nella combinazione dei materiali è ancora quella della tradizione». Il legno è soprattutto l’abete dei nostri boschi, che arriva non direttamente dalle segherie del Cadore e del Comelico, ma dalle segherie dell’Austria. «E questo è un peccato perché è proprio questa prima lavorazione che consente i maggiori guadagni, con ricarichi anche di dieci volte, che i proprietari dei nostri boschi, privati, Comuni o Regole, si fanno “soffiare” dai concorrenti stranieri. Oltre alla perdita di posti di lavoro».

Stefano Vietina

@vietinas

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