La Strada dei Castèi sarà sistemata per permettere i lavori in galleria

Veneto Strade ha stanziato 2.6 milioni di euro per il 2021 «A opere terminate diventerà una ciclopedonale»



AGORDINO

«Per l’estate 2021 sarà ripristinata la vecchia strada dei Castèi, che permetterà di iniziare, nell’autunno successivo, i lavori nella galleria che corre parallela». Lo dice Silvano Vernizzi, direttore generale di Veneto Strade. La società ha infatti stanziato complessivamente 2 milioni e 600 mila euro di fondi post-Vaia per garantire il ritorno della viabilità su due tratti della ex 203 ai Castèi (prima di Agordo) e a Listolade (tra Taibon e Cencenighe), chiusi dopo l’apertura delle rispettive gallerie nel 1995 e nel 2007.

Tratti, questi, da sempre interessati da smottamenti e frane, che non sono stati risparmiati dal Cordevole in occasione di Vaia: il torrente, infatti, si è portato via la carreggiata in più punti dopo Taibon e in uno dopo i Castèi in comune di La Valle. Se la Listolade-Cencenighe era comunque stata utilizzata in alcune occasioni negli scorsi anni per far defluire il traffico nei periodi di grande afflusso turistico, la vecchia strada dei Castèi era invece finita nel dimenticatoio.

Gli antichi viaggiatori che nei secoli l’avevano percorsa per arrivare alle miniere di Valle Imperina e ad Agordo, invece, non la dimenticavano facilmente. Nel 1878 l’abate lombardo Antonio Stoppani, eminente geologo e naturalista, ne “Il bel paese” diceva che «le rupi, onde son formate le sue irte pareti che si vanno sempre più accostando, si sarebbero scambiate per due eserciti di fantasmi giganti, avvolti in immensi lenzuoli cadenti».

Chi è nato un quarto di secolo fa, lungo questo tracciato in auto non ci è mai passato e in molti casi probabilmente nemmeno a piedi o in bicicletta. Altri vi hanno legato ricordi di vario tipo. All’altezza dell’imbocco della galleria, venendo da Belluno, un ponte (quello del Tornér) porta sulla destra orografica del Cordevole. La strada sale (la chiamavano la “Riva dei Castèi”), inoltrandosi in un’«orrida gola», per dirla col De Amicis.

All’altezza della vecchia casa cantoniera, il percorso torna sulla sinistra Cordevole attraverso il Ponte dei Castèi e da lì prosegue fino all’imbocco nord della galleria in corrispondenza della cosiddetta Tajada de San Martin (in ricordo della famosa leggenda di Agordo) ricongiungendosi con la regionale 203 attuale. Proprio lungo quest’ultimo tratto di strada si è verificata una frana in occasione di Vaia.

Da alcune settimane una ditta è al lavoro per ripristinare la scogliera. A questo seguiranno altri interventi, come assicura il direttore generale di Veneto Strade, Silvano Vernizzi. «Abbiamo stanziato un milione di euro per ripristinare il by-pass dei Castèi e un milione e 600 mila per quello di Listolade», spiega, «si tratterà soprattutto di interventi che riguarderanno il piano viabile, ma anche la messa in sicurezza dei versanti».

L’obiettivo, infatti, in particolare per l’ex strada dei Castèi, è quello di riportarvi una parte del traffico per l’autunno 2021 in modo da consentire i lavori in galleria. «Nel tunnel», spiega infatti Vernizzi, «abbiamo necessità di fare dei lavori di sistemazione dei giunti dei conci per evitare che entri l’acqua, come succede in occasione delle piogge consistenti, creando dei problemi alla viabilità. Così poi saremo in grado di impermeabilizzare la galleria. Per fare questo dobbiamo avere a disposizione un tracciato alternativo dove far passare il traffico a senso unico alternato. Tale tracciato ci servirà anche nei momenti in cui verrà svolta la manutenzione ordinaria in galleria o nell’eventualità dovessero verificarsi degli incidenti».

Ma la vecchia 203 avrà anche un’altra funzione una volta che sarà stata ripulita dalla vegetazione cresciuta nel tempo ai lati della carreggiata. «Quando saranno completati i lavori alla galleria», dice Vernizzi, «in tempo ordinario il by-pass diventerà una pista ciclo-pedonale che farà parte del più lungo tracciato su cui insiste il progetto dell’Unione montana agordina (Bribano-Agordo-Falcade, ndr). Le biciclette (che oggi devono transitare per forza in galleria con tutti i rischi del caso, ndr) passeranno sul vecchio tracciato». Da un punto di vista turistico questa soluzione pare poter garantire un valore aggiunto.

La gola che nel 1483 impressionò Marin Sanudo, lo storico cronista della Serenissima, e nel 1852 suggestionò anche lo studioso Giovan Battista Zannini tanto da fargli rievocare gli scenari dell’Inferno dantesco, un domani potrebbe invece generare l’ammirazione dei viaggiatori di oggi decisi a scoprire le ricchezze dell’Agordino “cuore delle Dolomiti”. —

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