La sfida di Elisabetta: un atelier nel cuore di Belluno

BELLUNO. Quando un sogno prende la consistenza della realtà, nascono idee innovative e di qualità. Come quella di Elisabetta Venturelli, che oggi inaugura il suo atelier moda in via Roma. Vestiti su misura, un'attenta ricerca dei tessuti, e un rapporto diretto con le clienti, fanno dell'atelier di Elisabetta un luogo in cui «le donne potranno sentirsi a loro agio, riscoprendo il gusto di vestire abiti ricercati, su misura». E non si parla solo di centimetri, ma di colori, stoffe, forme. «Mi piacerebbe riportare a Belluno quell'allure che c'era qualche anno fa», racconta Elisabetta.
Ventidue anni, le radici in Cadore, la laurea a Milano. E, soprattutto, un talento e una passione non comuni. Nata a Domegge, la Venturelli ha frequentato il liceo classico a Belluno, per poi trasferirsi a Milano per l'università. Si è formata all'Istituto Marangoni, una delle scuole di moda più prestigiose al mondo (ci hanno studiato, tra gli altri, Domenico Dolce e Franco Moschino), dove si è laureata in giugno, portando anche due outfit alla sfilata di fine anno, alla quale può partecipare solo un numero scelto di allievi. Lei c'era. Alcune delle collezioni realizzate nel periodo universitario sono in bella mostra nel suo atelier: «Mi piace l'idea di mostrare da dove sono partita e cosa sono diventata», racconta.
Su tre manichini c'è la collezione che si ispira al mondo Amish, le comunità americane che vivono come due secoli fa. Gli abiti realizzati da Elisabetta mantengono il rigore tipico dell'abbigliamento amish, ma aggiungono un tocco di colore che rende «più divertente l'austerità».
Da subito si nota uno dei tratti distintivi della giovane stilista: la ricerca dei tessuti, con accostamenti originali che rendono le sue creazioni innovative. Al casentino, tessuto che somiglia alla lana cotta, la stilista ha abbinato tessuti da arredamento, ricordando così l'attività artigianale delle donne amish. Spostando lo sguardo un'altra collezione, “Rocks bon ton”, anche questa realizzata a Milano, dove la cultura delle Dolomiti, che si ritrova nelle lavorazioni e nel tessuto (la lana cotta) si sposa con un outfit più cittadino e molto femminile, con profonde scollature e gonne corte. Nella collezione creata per la sua laurea, infine, Elisabetta si è ispirata alle hostess anni '50 e '60, “scomponendo”, alla maniera cubista, i rigorosi tailleur e creando abiti ricercati e di grande attualità.
Gli abiti in mostra “vestono” l'ambiente, arricchito di poltroncine deliziose, specchi a parete, un enorme tavolo in marmo e lampadari che vengono direttamente dalla casa dei nonni: «Vorrei che le donne, entrando qui, si sentissero un po' a casa loro, come in famiglia», continua la Venturelli. Nell'atelier c'è anche il laboratorio di sartoria dove le sue mani creeranno i vestiti su misura. Solo per donne, perché «vestire una donna è una sfida continua».
Elisabetta metterà la sua arte al servizio di giovani e meno giovani: «Questo atelier è dedicato alle donne, dalle bambine alle 90enni», sorride. E per lei, lo ammette subito, «non è solo un lavoro». No, è di più. È passione, è amore per il gusto, la ricerca, la sperimentazione. È il sogno che diventa realtà. È una chicca, l'atelier di via Roma, un ambiente di lusso ma insieme familiare, nel quale Elisabetta potrà avvalersi anche dei preziosi consigli di Maria Antonietta Mezzacasa, la sarta storica di via Roma, oggi in pensione, che metterà le sue conoscenze a disposizione della giovane stilista. Che ha l'entusiasmo dei vent'anni e tanta voglia di realizzare quel sogno che aveva da bambina.
Il primo passo ormai l'ha fatto: l'atelier si inaugura oggi, con una festa a partire dalle 11.
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