Il treno si rompe, odissea per 80 pendolari

BELLUNO. Ennesimo disagio per i pendolari del treno Padova-Belluno. Ieri pomeriggio, infatti, gli oltre 80 passeggeri della corsa partita dal capoluogo patavino alle 15.29 (arrivo previsto a Feltre 16.54) sono rimasti fermi per un’ora e mezza alla stazione di Cornuda. E anche il treno che da Belluno doveva andare a Padova, sempre nello stesso orario, ha riportato un’ora di ritardo per problemi allo scambio rotaie. Insomma, un disastro su tutta la linea.
«Fino a Cornuda tutto è andato bene. Appena ripartiti da questa stazione, però, verso le 17, il mezzo si è bloccato per un guasto alla motrice. Ddopo vari tentativi, il macchinista è riuscito a far ripartire il treno per farlo rientrare ancora a Cornuda, onde evitare fermate che ostacolassero altri treni».
I passeggeri sono stati avvisati che sarebbe arrivato un pullman sostitutivo, che però non è mai arrivato. «Abbiamo atteso tanto la corriera, tutti sudati e frastornati per il caldo e per la stanchezza dopo una giornata di lavoro», precisa la pendolare arrabbiata e rammaricata per il fatto che «siamo stati tenuti all’oscuro per troppo tempo del mancato arrivo dell’autobus. Se avessi saputo prima che non sarebbe passato, avrei chiamato a casa per farmi venire a prendere, invece alla fine ci hanno fatto attendere l’arrivo del treno da Padova delle ore 17.29». Treno, quest’ultimo, che è arrivato con quasi mezz’ora di ritardo a Cornuda, facendo giungere a Feltre la maggior parte dei passeggeri alle 19.25 (due ore e mezza dopo).
Informato di questo disservizio, il parlamentare del Movimento 5 Stelle, Federico D’incà sbotta: «È l’ennesima vergogna del treno bellunese. Qui siamo maltrattati continuamente, siamo fuori dalle linee di comunicazione. Forse questi disagi sono il segno della volontà politica di distruggere il servizio ferroviario provinciale, ormai diventato un ramo morto del trasporto veneto. Mi auguro che nei prossimi mesi la Regione trovi risorse per nuovi investimenti in questa tratta: i consiglieri del M5S si daranno da fare».
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