“Dolomiti fortificate” in edicola con il nostro giornale

Percorrere a piedi le Dolomiti significa anche camminare sulle tracce della storia: Diego Vaschetto propone dodici itinerari alla scoperta delle opere che sono oggi mute testimoni della sequenza di conflitti che ha caratterizzato la seconda metà dell'Ottocento e il Novecento

Una delle immagini contenute nel libro "Dolomiti fortificate"
Una delle immagini contenute nel libro "Dolomiti fortificate"

Le Dolomiti sono una delle catene montuose più frequentate del mondo, per la loro irripetibile bellezza naturale e l'ampiezza dell’offerta turistica ed escursionistica. Ma percorrere a piedi queste montagne significa anche camminare sulle tracce della storia. Una storia di guerre ed eserciti, di baluardi di roccia contesi nei secoli tra i popoli che hanno abitato ai piedi di queste cime.

La posizione delle Dolomiti, al centro di un dedalo di valli che dal confine austriaco convergono verso la valle del Piave e la pianura veneta, comportò importanti interventi di fortificazione fin dall’annessione del Veneto al regno d’Italia.

La copertina della guida in edicola
La copertina della guida in edicola

Il primo sbarramento furono il campo trincerato di Pieve di Cadore, a protezione delle provenienze dall’alto Piave, e di Col Vaccher, che controllava con i suoi cannoni la valle del Boite. Questo primo sistema era integrato da una serie di ricoveri alpini a guardia dei punti strategici in alta quota: strutture antiquate, con fossati, ponti levatoi e contrafforti in semplice muratura, e protezioni demandate a grandi spessori di terra che ricoprivano le strutture principali. I forti di fondovalle potevano essere colpiti con facilità dalle alture circostanti e non sarebbero stati in grado di opporsi alle artiglierie sviluppate a fine Ottocento da austriaci e tedeschi.

Dal 1904, con il deteriorarsi dei rapporti con l’Austria-Ungheria, le Dolomiti furono dotate di potenti impianti corazzati in posizioni dominanti, in grado di colpire le principali vie di comunicazione. Tra il 1905 e il 1915 vennero ultimate moderne batterie corazzate in calcestruzzo che ospitavano sul tetto da 4 a 8 cannoni in cupole corazzate girevoli, in grado di sparare fino a 14 km di distanza.

All’inizio della Grande Guerra, il sistema difensivo era in piena efficienza: 92 cannoni, oltre 4000 uomini di guarnigione e abbondanti riserve di viveri e munizioni. Ma il repentino arretramento del fronte di resistenza austriaco, nel 1915, rese inutile l’intero dispositivo, che venne a trovarsi troppo arretrato per la gittata dei suoi cannoni. Nel novembre 1917, poi, nei giorni di Caporetto, i forti, dopo un solo giorno di fuoco, furono abbandonati cadendo intatti nelle mani dell’esercito avversario. Nell’ottobre del 1918, nei giorni che precedettero la ritirata degli austroungarici dalle Dolomiti, tutte le fortificazioni furono minate e fatte esplodere dai genieri imperiali.

Fu solo vent’anni dopo, nel marzo 1938, che Mussolini si convinse della necessità di rafforzare le fortificazioni alpine verso i confini della nuova Grande Germania, che aveva assorbito l'Austria. Tra Alto Adige e Tarvisiano prese forma il Vallo Alpino Settentrionale, diviso in settori e sottosettori, basati su «sbarramenti» costituiti da opere e centri in caverna con il compito d’interdire ogni penetrazione nemica lungo le principali direttrici: la valle di Sesto, l’alta valle del Piave e la valle di Landro, con le sue diramazioni verso Cortina d’Ampezzo. Tra il 19 40 e il 1942, in Cadore vennero realizzati 7 sbarramenti per complessive 47 opere, tra centri in caverna e monoblocchi in calcestruzzo di grandi e medie dimensioni, mentre un’altra ventina rimase allo stato di scavo.

Tali opere non furono mai armate e nulla poterono fare dopo l’8 settembre per opporsi all’avanzata dei tedeschi che si disponevano a occupare l'Italia. Solo dal 1950, 7 opere dello sbarramento Passo di Monte Croce di Comelico e 4 di quello della val Frisone furono attrezzate, diventando operative in ambito NATO, per poi venire dismesse nel 1992, con la fine della Guerra Fredda.

Oggi questa impressionante stratificazione di fortificazioni, spesso ubicate in luoghi di eccezionale valore paesaggistico e ambientale, è il muto testimone della sequenza di conflitti che ha caratterizzato la seconda metà dell'Ottocento e il Novecento.

Le 12 escursioni di questo volume, scritto da un grande esperto di fortificazioni qual è Diego Vaschetto, intendono portare il lettore-escursionista alla scoperta di questo straordinario patrimonio storico-architettonico: dagli sbarramenti del Cadore alle spettacolari fortificazioni in caverna e alle trincee della Grande Guerra, dove si è svolta l’epopea della «guerra bianca», fino alle poderose (e meno note) installazioni del Vallo Alpino. Per ogni itinerario: contesto storico, cartine, altimetrie, livelli di difficoltà, tempi di percorrenza, periodo consigliato, un eccezionale apparato iconografico.

Scheda tecnica

Numero pagine: 160

Formato: 14,4x21,5 cm

Prezzo (in abbinata): 9,90 euro

In edicola dal: 5 giugno 2025

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