Rapina in trasferta di gioielli: in due condannati a sette anni a testa
Entrambi negano di aver derubato un uomo di Conegliano, sarà presentato appello. Erano stati arrestati su ordinanza del gip e la Procura aveva chiesto di archiviare

Sette anni a testa per rapina. I due bellunesi Francesco Dall’O’ e Xhulio Cela sono stati condannati dal Tribunale di Treviso per una rapina impropria, che risale al 25 aprile 2022, a Conegliano.
La Procura trevigiana di anni ne aveva chiesti quattro, mentre l’avvocato difensore Aldo Pardo si era speso per dimostrare l’innocenza dei suoi due assistiti. Peraltro nel corso delle indagini preliminari c’erano state due richieste di archiviazione e il processo veniva da un’imputazione coatta, cioè dall’obbligo per il pubblico ministero di chiedere il capo d’imputazione.
Pubblica accusa e difesa hanno ricostruito la vicenda in maniera completamente diversa. Da una parte la vittima sarebbe stata costretta dai due a salire in casa e a consegnare dei gioielli; dall’altra li avrebbe consegnati spontaneamente come acconto di un debito, che aveva nei confronti di uno dei due giovani bellunesi. O pienamente colpevoli o del tutto innocenti. Non c’è dubbio che ci sarà appello, con la speranza da parte di Pardo di ottenere una riforma della sentenza. Attesa delle motivazioni.
Dall’O’ e Cela erano senz’altro a Conegliano quel giorno: il primo avanzava 800 euro da questa persona e l’amico l’aveva accompagnato a riscuotere. Il debitore non aveva il denaro necessario e avrebbe offerto come pegno della bigiotteria dorata, con l’impegno di saldare l’intera somma dopo una settimana. Era in difficoltà perché, almeno a suo dire, proprio in quei giorni gli era morta la madre. I due hanno capito la situazione e sono tornati il sabato successivo, quando al citofono avrebbe risposto loro proprio la mamma del padrone di casa. L’uomo era uscito per un qualche motivo, in compenso sono arrivati i carabinieri della Compagnia, che li hanno prelevati, portati in caserma per l’identificazione e poi rilasciati.
La presunta vittima è andata a presentare la denuncia il 26 aprile, sostenendo di essere stato costretto a salire in casa e consegnare dei monili. Quasi un mese dopo, Dall’O’ e Cela sono stati arrestati e posti agli arresti domiciliari, su ordinanza del giudice per le indagini preliminari di Treviso. Gli indagati saranno sottoposti all’interrogatorio di garanzia solo il primo luglio. Si erano già professati innocenti e l’hanno ribadito durante il processo, ma il giudice è addirittura andato oltre la richiesta di condanna formulata dal pubblico ministero. Attesa per le motivazioni, poi ci sarà appello.
Nel frattempo, Dall’O’ è finito in carcere, dopo essere stato trovato in possesso di un chilo di cocaina, degli strumenti per lo spaccio e di una pistola a salve dalla sezione Antidroga della Squadra mobile della polizia di Belluno.
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