I trent’anni del Corriere delle Alpi: un patto con i lettori

Il Corriere delle Alpi compie trent’anni e rilancia il dialogo con la comunità. Nei territori di montagna si sommano le principali sfide di questa epoca
Luca Ubaldeschi
La prima pagina del primo numero del Corriere delle Alpi in edicola il 27 settembre 1994
La prima pagina del primo numero del Corriere delle Alpi in edicola il 27 settembre 1994

E’ difficile immaginare un luogo che meglio di un territorio di montagna contenga in sé così tanti temi importanti per questa fase storica. L’elenco è noto, ma vale la pena ricordarlo: la difesa dell’ambiente, gli effetti del cambiamento climatico, il rischio spopolamento, le dimensioni della presenza industriale e della rete di servizi pubblici, i trasporti, la capacità di essere attrattivi per i giovani, le politiche per un turismo sostenibile.

Un menu così articolato da comportare una grande responsabilità per il giornale chiamato a raccontarlo, ma che al tempo stesso dice molto sul ruolo che quello stesso giornale ricopre all’interno della comunità di riferimento. Il Corriere delle Alpi assolve questi compiti da 30 anni e oggi festeggia il compleanno consapevole di questa storia e determinato a esserne un interprete sempre più completo e accurato.

Un traguardo così significativo – tre decenni di vita – non è infatti soltanto un’occasione di festa, ma un’opportunità per riflettere su come sono cambiate le nostre vite in questo arco di tempo e ancora di più per scrutare come le diverse situazioni potranno evolvere.

Una serie di contributi li presentiamo nell’inserto al centro del giornale e si affiancano al lavoro quotidiano dei nostri giornalisti: un compito che interpretano con impegno e passione e per questo va a loro il mio sincero ringraziamento. Ma è anche un compito che ha bisogno di alimentarsi con uno scambio continuo tra la redazione e i lettori, perché un giornale non è un osservatore esterno rispetto alla comunità alla quale si rivolge, ne fa pienamente parte, respira con essa, la ascolta, raccoglie e racconta i fatti e i sentimenti che la attraversano.

E’ realmente una casa aperta. Noi crediamo fortemente in questo dialogo, e non soltanto perché rispetto a 30 anni fa la tecnologia ha rivoluzionato il rapporto tra giornale e lettori: era principalmente una strada a senso unico, il giornale comunicava e il lettore riceveva, esistevano quasi unicamente le lettere alla redazione per creare l’occasione di un confronto, mentre ora è un’autostrada a doppio senso, sulla quale si viaggia a tutte le ore: grazie alle piattaforme digitali produciamo continuamente contenuti e con altrettanta tempestività riceviamo commenti, segnalazioni, stimoli. E lo sviluppo della tecnologia, già lo vediamo, ci offrirà sempre nuove soluzioni e nuovi strumenti.

Tutto questo ha certamente contribuito ad aumentare la vivacità del rapporto, ma non a modificare i principi con i quali affrontiamo il nostro lavoro: cioè osservare, cercare, capire, verificare e controllare ogni notizia.

Certo, ci muoviamo in un contesto sempre più complesso, vista la grande mole di comunicazioni – spesso false o imprecise – che affolla le nostre giornate, ma anche sorretti da una granitica consapevolezza. Cioè che i nostri continui sforzi per offrire una informazione di qualità rappresentano la migliore conferma dell’utilità dei giornali e del ruolo di bussola capace di guidarci in tempi complessi.

Lo sforzo è capire quali scenari ci aspettano, quali sono i possibili orizzonti per una crescita collettiva.

Questo giornale lo fa da 30 anni e da poco meno di uno sotto le insegne di un nuovo gruppo editoriale – Nem, Nord Est multimedia – che ha scelto di puntare sull’informazione perché la ritiene un’infrastruttura fondamentale di una comunità. Festeggiamo i nostri primi trent’anni consci di questa responsabilità, con la volontà di essere sempre dalla parte dei lettori e di dimostrare che una buona informazione aiuta tutti noi a essere cittadini più consapevoli e preparati.

Buona lettura. E auguri a tutta la comunità del Corriere delle Alpi.

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