Convoglio soppresso e Trenitalia paga il taxi a 14 utenti

BELLUNO. Treno soppresso? Pazienza, fino a Congeliano si va in taxi.Quattro taxi, per la precisione. Stavolta, però, paga Trenitalia: circa 400 euro.
C’è anche questa tra le storie dell’odissea che pendolari, studenti e viaggiatori occasionali vivono quotidianamente sulle ferrovie bellunesi, dove anche in questi giorni la costante sembra essere la soppressione di convogli.
Una settimana, nemmeno conclusa, dove sono stati almeno sei i casi in cui gli utenti delle ferrovie bellunesi sono rimasti appiedati per problemi occorsi ai mezzi. Sia in arrivo, sia partenza. Sulla linea Venezia-Calalzo come sulla Treviso-Belluno.
A renderne conto è la Uil Trasporti di Belluno-Treviso, che riferisce anche di quanto successo martedì alla stazione di Ponte nelle Alpi. Sono le 14 e un treno diretto a Conegliano è appena stato soppresso e quello in partenza non parte, nel senso che per noie meccaniche non si riesce più ad avviarlo. E quello successivo? Soppresso anche quello, mannaggia. Insomma, bisogna attendere le 17.30 per tornare sulle rotaie. Troppo, onestamente. Qualcuno dei viaggiatori, visibilmente scocciato, estrae il telefonino cellulare e chiama. Evidentemente sa con chi parlare, cosa dire e come dirlo. Riaggancia. Tranquilli, si va in taxi.
Arriva l’approvazione della direzione regionale di Trenitalia (perchè il conto dei taxi, circa 400 euro, lo pagano le Ferrovie dello Stato riconoscendo il disservizio) e, con essa, anche quattro taxi: su questi salgono 14 persone, tutte dirette a Conegliano. Problema risolto.
Il numero di telefono? A saperlo. Di certo non lo hanno in rubrica i tanti studenti che in questi giorni hanno dovuto ricorrere alle giustificazioni per motivare l’arrivo in ritardo a lezione.
L’ultimo caso proprio ieri, “vittima” il treno che parte da Venezia alle 7.50 e arriva a Belluno alle 10. Un problema meccanico subito dopo la partenza da Mestre e l’inevitabile soppressione. Conseguenza: un calvario per arrivare a scuola. E ci sono già famiglie (è la trovata di alcuni genitori friulani) che, pur di mandare i loro figli comodamente e in orario a scuola, si sono consorziate allestendo un servizio di pulmini privati. A spese proprie insomma.
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