«Zambelli e Longo i più forti con cui ho giocato»

BELLUNO. Persone che fanno la differenza. Gli allenatori spesso segnano l'esperienza calcistica, ma sono soprattutto i compagni a lasciare i ricordi migliori. In tanti anni di giocatori Bulbo ne ha visti tanti, ma i più forti probabilmente sono due.
«Matteo Zambelli, con cui ho giocato sia a 11 che a 5, era davvero favoloso. Fortissimo ed esemplare nel comportamento coi compagni, con gli arbitri e nell'impegno costante. Cito poi Gigino Longo: attaccanti così non se ne vedono più, una assoluta sicurezza».
L'importanza della famiglia. Come tutti gli appassionati di calcio, ma di sport più in generale, anche Bulbo ha dovuto spesso incontrarsi e scontrarsi con genitori, moglie e figli.
«Io non posso che ringraziarli, perchè ho sempre avuto il loro appoggio, la loro disponibilità e la loro pazienza. Orari e impegni spesso sono stati complicati e hanno comportato delle rinunce, ma avere una famiglia del genere alle spalle mi ha semplificato sempre le cose».
L'infortunio che ha messo la parola fine al calcio giocato, durante l'esperienza tra i pali della Pizzeria Salinas dei Veterani Csi, ha però rischiato di creare qualche problemino anche a casa.
«Il medico mi aveva già detto di smettere di giocare per i miei problemi all'anca. Sono andato lo stesso in trasferta con la squadra a Danta, dicendo a mia moglie che avrei fatto solo il guardalinee e che avrei portato la borsa solo per cambiarmi in caso di pioggia. In realtà non c'erano altri portieri e sono andato in campo lo stesso: in uno scontro di gioco mi sono rotto cinque costole, procurato un piccolo pneumotorace e lussato una spalla. Oltre al male la mia prima preoccupazione è stata come dirlo a mia moglie. Per fortuna nei giorni in ospedale sono rimasto al sicuro», scherza Bulbo, «e nel frattempo l'arrabbiatura le è passata almeno un po'». (pera)
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