Tra stone, “casa”, skip, lead, second: come orientarsi nel mondo del curling

Nato nel 1500 in Scozia, è un gioco molto tattico. Ogni squadra ha 5 effettivi, di cui una riserva.

Il doppio misto ha ruoli assai meno definiti, contano di più tecnica gestione della pressione

Gianluca Da Poian
Il lancio della stone richiede una particolare abilità tecnica
Il lancio della stone richiede una particolare abilità tecnica

PECHINO. Stone, casa, skip, lead, second... Ogni quattro anni, le Olimpiadi invernali riaccendono i riflettori mondiali sul curling. Sport che ha cinquecento anni di storia, dalle origini scozzesi, ma ancora molto da far scoprire. E allora ci siamo affidati ad un talento e ad una campionessa di qualche anno fa – ora allenatrice e commentatrice di Eurosport – per raccontarne regole e tattica. Scoprendo ad esempio che i due fattori in grado di segnare la differenza tra vittoria e sconfitta sono soprattutto la tecnica dei giocatori e il saper reggere le pressioni.

LE REGOLE

Giacomo Colli, cortinese e skip della nazionale Junior, illustra le regole generali del curling. «Le squadre sono formate da cinque giocatori ciascuna, ma giocano in quattro e rimane fuori la riserva. Essi vengono chiamati lead – ossia il primo – second, third e skip. Ognuno tira due stones ogni end o frazione, quindi otto totali a squadre per ciascun tempo. Le quattro persone si dividono poi in un paio di sottogruppi: il front end composto dal lead e dal second e il back end, formato dal third e dallo skip. L’obiettivo è mandare più stones possibili nella “casa”, ovvero i quattro cerchi concentrici colorati di blu, bianco e rosso posti all’estremo opposto della pista di ghiaccio. Ogni squadra tira otto sassi e il punto va a chi manda la “stone” più vicine al centro della casa. La cosa si ripete per sei o dieci turni, chiamati appunto “mani” o “end”».

Colli aggiunge altri dettagli. «Il capitano della squadra è lo skip, che sceglie la strategia di gioco da adottare. Quando viene lanciato uno stone, esso fa una rotazione detta “curl”, così da poter effettuare la curvatura adatta. I due giocatori spazzatori, seguendo le indicazioni dello skip e del tiratore, aiutano la pietra a raggiungere il posto desiderato. Durante la partita si può decidere se mandare le pietre di guardia oppure a fare punti oppure a bocciare per togliere le pietre dell’avversario. Si fa punto quando al termine della mano il tuo sasso è più vicino al centro, o nel momento in cui ne hai posizionati vicino al centro in numero superiore rispetto agli avversari».

IL DOPPIO

A Diana Gaspari, skip di livello internazionale che aveva tra l’altro sfiorato la qualificazione in nazionale ai Giochi del 2018, spetta il compito di illustrare il particolare gioco del curling doppio misto.

«Cambia molto, se paragonato al curling maschile o femminile. Qui non c’è un ruolo prestabilito, ma in due devono dividersi nei vari ruoli. Di certo il doppio misto fa sì che vi sia molta più incertezza nel comprendere il punteggio finale». Gaspari sottolinea poi come in questo sport «faccia la differenza la tecnica del giocatore e il saper gestire al meglio la pressione». Riguardo la coppia Constantini – Mosaner, vi sono pochi dubbi. «Stefania è un’ottima tiratrice e sa scegliere bene le strategie. È però molto giovane, quindi Amos sopperisce alla mancanza di esperienza grazie anche al suo saper svolgere tutti i ruoli».

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