Sui pedali, c’è la Regina
L’ultimo «strappetto»: la Marmolada

La tappa delle Tre Cime nella scorsa edizione del Giro d'Italia
ARABBA.
Il tappone dello... spumante. Già domani, all'ultimo tornante del passo Fedaia, si potrebbe guardare in faccia il vincitore del 91º Giro d'Italia. Chi arriverà a braccia alzate, dopo 153 chilometri con gli altri valichi Pordoi, San Pellegrino, Giau e Falzarego, potrà cominciare a pensare alla... cicloturistica fino a Milano. Massacranti potrebbe essere l'aggettivo giusto. La partenza sarà data alle 12.35 da Arabba ed è l'unico orario preciso: i primi potrebbero arrivare ai piedi della Marmolada tra le 16.57, se la media sarà di 35 orari e le 17.30, se la fatica morderà di più.
La quindicesima tappa è indubbiamente la più dura di questa edizione, anche se non scherzano neanche quelle dei prossimi giorni, con il Gavia e il Mortirolo: altri due pendii al limite dell'impossibile.
Subito il Pordoi.
Campioni e gregari assaggeranno subito la fatica, lungo i 33 tornanti del passoi Pordoi. Tutti da pedalare in piedi, per raggiungere quota 2239, partendo da 1602. Fatto il conto del dislivello? La salita è quella del versante più difficile e vale la Cima Coppi. Un salto in provincia di Trento, lungo la val di Fassa attraverso Canazei, Campitello, Pozza e Vigo, in maniera da raggiungere Moena e salire il secondo valico della giornata: il San Pellegrino. Dodici chilometri un po' più morbidi dei precedenti, ma comunque molto impegnativi. In fondo, la frazione è appena all'inizio e ce n'è da faticare...
Ritorno in provincia.
Una volta scollinato, la maglia rosa e gli altri scenderanno fino a Cencenighe, attraversando Falcade alto e Falcade. Sul fondovalle, si ricomincerà a salire, stavolta fino a un inedito del Giro: San Tomaso Agordino. Sono soltanto quattro chilometri, ma con una pendenza media del 6,9 per cento e una punta del 9,7 per settecento metri.
Giau & Falzarego.
Niente in confronto a quello che aspetta i concorrenti, comunque. Salutati Avoscan, Alleghe e Caprile, il menù prevede prima il passo Giau e poi il Falzarego. Anche qui asfalto ripidissimo. Nel primi tre chilometri, si arriva al 14 per cento. Il ritorno a Caprile, dove questa volta s'imbocca la statale 641 della Val Pettorina, per arrivare a Rocca Pietore, dove si comincerà a salire verso il passo Fedaia, attraversando i suggestivi Serrai di Sottoguda e Malga Ciapela.
Signori, la Marmolada.
Micidiale anche l'ultimo tratto, ma ne vale la pena, perché in cima appariranno la Marmolada con relativo ghiacciaio, in tutto il loro splendore. Dal vivo, ma anche grazie alle riprese della Rai. Dolomiti Stars ci conta molto, per richiamare ancora più turisti da ogni parte del mondo. E' l'ultima edizione del Giro sotto la sua benedizione, alla fine di un ciclo che è durato quattro anni e ha sempre portato i ciclisti sulle montagne più belle del mondo. Non lo dice solo Dolomiti Stars. Ci vorrebbe il sole.
Argomenti:giro d'italia 2008
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