Rugby Belluno, tre giorni a lezione dal professor Paul Richard Griffen

Luca Maciga / BELLUNO
A scuola da Paul Richard Griffen. È iniziata ieri sera a Villa Montalban una tre giorni intensiva, con l’ex rugbista neozelandese tecnico dell’Accademia di Mogliano e della nazionale under 18.
Ad accoglierlo i tecnici della società gialloblù, con i quali ha subito avviato un summit, oltre ai giocatori della prima squadra e delle giovanili. Griffen si fermerà fino a domani e, c’è da giurarci, ci sarà molto da imparare per tutti. Per il lavoro che verrà svolto l’allenatore è chiaro.
«La prima cosa sulla quale dobbiamo concentrarci è il divertimento. A me piace essere positivo. Mi è stato chiesto di parlare agli allenatori sulle skills e tutto ciò che riguarda questo argomento. Inoltre farò un allenamento mirato con i mediani dell’under 18 e dell’under 16. Ci sarà poi dell’attività riguardante la superiorità numerica in attacco. Non farò nulla di particolare, ma cercherò di focalizzarmi su quanto mi è stato richiesto».
In merito al lavoro che andrà a svolgere con i tecnici, che qualità deve avere un coach nel rugby moderno?
«Deve essere molto flessibile. Io sono stato giocatore ed anche gli allenatori hanno seguito questo percorso. Però ora non siamo noi a scendere in campo, quindi dobbiamo trasmettere quello che abbiamo vissuto, compatibilmente con le modifiche che ci sono state negli ultimi vent’anni di rugby. Bisogna puntare a far sì che i giocatori siano autonomi in campo. Per esempio, quando c’è un calcio di punizione, tutti guardano il tecnico in campo o in tribuna per sapere cosa fare. È nostro compito dare loro la responsabilità, con l’allenamento, affinché sappiano come è meglio comportarsi. Quando giocavo agivo di mia iniziativa. Quindi, parlando con i tecnici del Belluno cercherò di infondere questa idea».
Nel Bellunese ci sono tre squadre militanti in serie C. Ai giovani rugbisti bellunesi che consiglio si sente di dare per poter emergere?
«Sono fondamentali gli “extra” che sono tutte quelle peculiarità specifiche di un ruolo che si possono fare da soli quando ci si allena. Tutto il tempo supplementare che si spende in allenamento, diventa un bagaglio pesante che un giocatore ha rispetto agli altri. L’extra fa la differenza perché un conto è il lavoro collettivo ed un conto è quello che si può fare singolarmente per migliorarsi».
La società è rappresentata dal vice-presidente Lorenzo Bernardi che manifesta la sua soddisfazione in merito a questo “corso d’aggiornamento”.
«Queste sono delle belle iniziative, non solo dal punto di vista tecnico, perché personaggi come Griffen trasmettono passione. Al di là di tutto a noi interessa capire la loro filosofia. Per esempio, quando è venuto Cavinato ha mostrato un gioco veloce in cui gli atleti devono adattarsi al sistema. Questi sono concetti che, ridimensionandoli, si possono trasmettere anche ai bambini». —
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