Poker di retrocessioni e il volley riparte da zero. Fusioni o collaborazioni?

Dopo un’annata disastrosa in C femminile come risultati sarà un’estate di bilanci

De Barba: «Senza comitato mancano le occasioni di confronto»

Nicola Pasuch
La Pallavolo Feltre in azione: è stata l'unica a salvarsi insieme al Sedico
La Pallavolo Feltre in azione: è stata l'unica a salvarsi insieme al Sedico

Il sipario è calato sabato sera sulla stagione delle bellunesi impegnate sul palcoscenico del volley regionale. Ma cosa accade, dietro le quinte?

Si attende un’estate di grandi movimenti. Le quattro retrocessioni (arrivate tutte con almeno una giornata d’anticipo), su sei squadre, restituiscono un bilancio molto severo. Soltanto Sedico e Feltre hanno mantenuto la massima categoria regionale, in ambito femminile, mentre Limana e HL Belluno hanno dovuto congedarsi dalla serie C.

In serie D, sia la Spes Belluno femminile che la DRL maschile hanno chiuso con una retrocessione. Qualcosa, appare evidente, occorre cambiare.

Fusioni? Difficile, «anche perché», rivela un dirigente, «nessuno vuole perdere il proprio codice. Una fusione significa sempre porre fine ad una storia. Non è una cosa che può essere fatta in fretta e furia». Collaborazioni? Molto più probabile. Forse, inevitabile.

Nel 2016, ci provarono in maniera strutturata il Limana, il Feltre e la Spes, dando vita al progetto UNiKA. Allora, le tre società militavano in tre categorie diverse. L’anno prossimo, col Feltre nella prima categoria regionale (la serie C), il Limana nella seconda (la serie D) e la Spes in Prima divisione, questo allineamento si ripresenterà.

«Erano tempi di vacche grasse…», commenta il presidente limanese Tiziano Sommacal. «Le collaborazioni tra società sono preziose, anche se spesso sono più coloro che sollevano problemi. Fuori provincia, vedo esempi da seguire a Cappella Maggiore, Costa e Susegana».

L’esigenza di condividere le forze c’è. «In più io resto del parere che il nostro movimento abbia pagato, sia pure con un po’ di ritardo, gli effetti del Covid. Se guardo alla mia squadra, ho perso tre atlete, che dopo la pandemia non sono più venute in palestra».

Un altro asse strategico (sul quale si è ragionato molto, pur sottotraccia, la scorsa estate) è quello tra Sedico e Belluno, sponda HL. Le Lupe arrivano da due retrocessioni in due anni, con una stagione che «si è rivelata davvero difficile per una serie di fattori che hanno poi portato a ottenere questi risultati», come sintetizza Claudio Casanova, dirigente di riferimento dell’HL Immobiliare Belluno.

Ma cosa serve alle società?

«Serve dividersi un po’ i compiti in base alle competenze», spiega Walter De Barba, presidente della Pallavolo Sedico, «dai tecnici alle giocatrici agli aspetti logistici. Da quando abbiamo perso il comitato di Belluno, che ora si è unito a quello di Treviso, le occasioni di confronto diretto dirigenti sono quasi scomparse».

Nell’impietoso bilancio stagionale, non può però essere trascurata una componente, quella degli infortuni, che si sono accaniti con una frequenza senza precedenti sulle squadre della provincia.

«Una concomitanza di fattori negativi come quest’anno, in venticinque anni da allenatore, non l’ho mai avuta», commentava qualche settimana fa il tecnico della Spes Belluno femminile Diego Pezzei, a seguito dell’ennesimo infortunio.

I casi sono eclatanti: dalla Spes Belluno appunto, alla Pallavolo Sedico (che quasi all’inizio ha perso, per tre infortuni al ginocchio, capitan Carlotta De Barba, Fiona Schiavo e Rebecca Pavan) fino all’Scp Limana, con una serie di infortunate (tre nomi su tutti: Loss, Dal Farra e Borsoi) che hanno costretto coach Ortolan – notoriamente tra i tecnici capaci di tirare fuori il meglio dalle sue squadre anche nelle stagioni più complicate – a reinventarsi quasi settimanalmente la formazione.

«Chiudiamo questa stagione e ricominciamo da capo», chiosa Sommacal, da 23 anni alla guida della società biancoblù, «ma quest’annata dovrà farci meditare tutti».

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