Papà Michele, dal Montebelluna alla Juventus

«Vinsi il tricolore Allievi e fu il trampolino di lancio per andare a Torino negli anni di Zoff e Maifredi»

PORDENONE. Di padre in figlio. Vincere uno scudetto piace proprio ai De Min. Adesso ci ha pensato Matteo a rinnovare questa bellissima tradizione famigliare.

A fine anni 80, invece, toccò a papà Michele. Altra categoria, altra squadra, ma insomma sempre davanti a tutti in Italia.

«Ero al Montebelluna allora, categoria Allievi. Quel successo, tra l’altro, fu il mio trampolino di lancio verso la Primavera della Juventus».

Già, perché De Min senior ha respirato l’aria del grandissimo calcio. Immaginate la gioia di entrare nel mondo bianconero, la possibilità di allenarsi fianco a fianco con campioni del calcio di allora.

Non è mai arrivato l’esordio però con la prima squadra.

«L’unica cosa che un po’mi dispiace», racconta Michele. «Sia con Zoff e sia con Maifredi sono andato più volte in panchina, però niente ingresso in campo. Durante le amichevoli estive invece sì. Anzi, un pomeriggio in Svizzera, contro il Lucerna, entro al posto di Marocchi e segno. Al di là del mancato gettone in serie A, sono esperienze di vita che restano dentro e ti fanno crescere anche ben oltre il semplice aspetto sportivo».

Adesso è un altro il De Min che si sta mettendo in luce.

«Si è tolto una bellissima soddisfazione con l’arrivo di questo scudetto. Più in generale a Pordenone le cose stanno andando molto bene. Ha segnato tantissimo, perché 11 gol da difensore sono veramente un gran bel numero, e in più sta crescendo molto».

A proposito, okay la vena realizzativa, ma gioca in tutt’altro ruolo rispetto a quello di papà.

«Già. E l’altro figlio, Manuele, è centrocampista, dove tra l’altro ultimamente è stato spostato pure Matteo. Ma glielo ho detto che nel calcio moderno un difensore deve essere bravo pure con i piedi».

Da capire un po’ il futuro. Di certo a Pordenone vogliono fare le cose in grande, dopo aver sfiorato più volte la B, e le strutture a disposizione fanno invidia ad alcuni club della massima serie.

«I neroverdi tengono molto al vivaio, con la speranza di potare sempre un maggior numero di giocatori in prima squadra. Non è un caso che under 17, under 16 e under 15 siano tutte arrivate a giocarsi il titolo pur confrontandosi con moltissime altre realtà di blasone. Insomma, c’è programmazione alla base di tutto. Per quanto riguarda Matteo, la stagione è appena finita. Credo la prossima settimana sentiremo le intenzioni della società. Qualche chiamata è arrivata, quello è certo, ma di definito ancora non c’è nulla». (dapo)

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