L’Union Feltre conquista Giulietta: Dall’Ara e Rondon i due rubacuori
VERONA. L'Union Feltre esorcizza la "fatal Verona", tornando a casa con una vittoria tanto sofferta quanto pesante. L'uno-due nei primi venti minuti di gioco indirizza la sfida subito sui binari sperati ma è nei patemi d'animo del secondo tempo che si fonda tutta la soddisfazione, perché il fortino eretto davanti ad un super Scaranto ha traballato, senza però cedere. Fino al novantesimo, quando al triplice fischio l'urlo di gioia è pari ad un do di petto nella vicina Arena.
Mister Bianchini ripone nel cassetto il 3-5-2 e propone un 4-2-3-1 offensivo con Cossalter riferimento offensivo ed un Rondon in versione superman. Il numero nove è onnipresente e manda presto in tilt una Virtus, che scende in campo senza la giusta concentrazione e con una formazione piena di incognite, complici anche tanti infortuni. Pronti e via e l'Union alla prima occasione utile passa in vantaggio: dal primo calcio d'angolo nasce una mischia risolta al meglio da Dall'Ara, che si avventa come un falco sul pallone e non lascia scampo al giovane Sibi, portiere virtussino dalla storia da libro Cuore. Ti aspetti la reazione dei padroni di casa ed invece l'Union trova il bis: al 22’ la difesa rossoblù sbanda e Madiotto trova in pertugio giusto per servire l'accorrente Rondon, che nonostante la posizione defilata gonfia ugualmente la rete. L'uno-due getta nello sconforto il Gavagnin-Nocini, sotto shock per un inizio di partita che ha messo in mostra una Virtus troppo brutta per essere vera. Al 33' Guzzo esce per infortunio e Bianchini è costretto a rivedere lo scacchiere tattico, spostando Gjoshi terzino per mettere Dall'Ara vicino a Solagna. La Virtus prova a ripartire e proprio al tramonto dei primi 45' trova con il giovane Leoni un gol della domenica che riapre in modo clamoroso un confronto fino a quel momento senza storia. Corsi e ricorsi storici di cui il calcio è pieno.
Su queste basi inizia una ripresa totalmente diversa: la Virtus si riversa in avanti e per l'Union Feltre comincia il pomeriggio della sofferenza. Scaranto si erge a protagonista sia come presenza che come interventi. Ed allora la cronaca si infittisce, ma porta esclusivamente i colori rossoblù: al 10’ Leoni colpisce di testa ribattendo verso la porta un tiro di Alba respinto da Scaranto, ma sulla linea trova la deviazione decisiva di Malacarne, che sventa un gol fatto. Ancora Alba reclama un calcio di rigore, apparso ai più molto dubbio, mentre al 20' l'estremo difensore deve ringraziare il palo alla sua sinistra che ribatte il tiro a colpo sicuro di Sciancalepore. Un minuto dopo è Mensah, uno spauracchio dalle parti di Salvadori, a colpire, trovando la deviazione in angolo del numero uno. Il periodo di fuoco col passare dei minuti sembra scemare con l'Union, che rimette fuori la testa tentando in contropiede di realizzare il terzo gol chiudendo il confronto in maniera definitiva.
Terzo gol che però non arriva ed allora la sofferenza rimane tale fino al quarto minuto di recupero, anche se Scaranto non deve compiere altri miracoli. Al contrario è Madiotto che ha un’ottima occasione per segnare ma la spreca malamente. L'1-2 non cambia ed allora al triplice fischio di Caldera di Como la festa è tutta dell'Union Feltre, che conquista tre punti di platino e dedicati a Dario Cremonese, in chiave classifica, da questa sera più bella per essere guardata e riguardata. L'unico neo sono gli infortuni di Gjoshi e Guzzo e una sofferenza indicibile che, forse, gestendo meglio la situazione, si sarebbe potuta anche evitare.
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