L’Aba va sotto, risorge, poi regala il match

AGORDO. L'Aba parte male, crolla, risorge, sogna e si dispera. Serata dalle grandi emozioni al Palarova di Agordo, dove a due secondi dalla fine gli agordini perdono un match che avevano ormai praticamente in pugno. In pochi, a metà gara, avrebbero detto che l'epilogo sarebbe stato così incerto, in quanto per 20 minuti i padroni di casa non avevano giocato. Dire, infatti, che l'avvio dei ragazzi di Giorgio Bristot non è dei migliori significa essere quantomeno teneri. Mentre indica che sono passati tre minuti, il tabellone ricorda al pubblico che i suoi beniamini hanno messo a segno appena un canestro. Gli ospiti, invece, sono più precisi e col tiro in sospensione di Zardetto si portano sul 10-2. Bristot è costretto a chiamare il primo time-out, ma le cose non cambiano. La testa non c'è e Moretti lo fa capire quando perde due palloni in un minuto. Buon per lui e per i suoi compagni che gli ospiti non ne approfittano, raggiungendo al massimo i 13 punti prima che capitan Idolo interrompa il filotto con tre liberi. A 3' dal termine del primo quarto l'allenatore agordino manda in campo Bristot e Da Roit e per un attimo sembra che i nuovi entrati possano dare qualcosa in più, ma è una speranza che dura il tempo di un paio di azioni.
La pausa breve non giova all'Aba, che attende più di quattro minuti prima di far muovere la retina. Anche in questo caso, però, la delusione di Bristot nel vedere che i suoi non ingranano come vorrebbe, è resa meno amara dal fatto che l'Hesperia non sfrutta le tante occasioni concesse. Al massimo arriva al +14, non pensando che tanta generosità alla fine potrebbe costare cara. Grazie a Pasa che trova due bombe, gli agordini rimangono in corsa e chiudono la seconda frazione sul 25 a 37, arrabbiati con l'arbitro Ventolini che non vede una netta trattenuta ai danni di Moretti che stava organizzando l'ultimo assalto.
Ma i nervosismi non sono tutti negativi, nemmeno quello che assale Vorano quando per l'ennesima volta non si morde la lingua e si becca il tecnico. È vero che l'Hesperia allunga fino al +19, ma è anche vero che da quel momento in poi la freschezza del giovane De Nardin si somma all'esperienza dello stesso Vorano (canestri tosti i suoi) e di Bristot (assist, rimbalzi, peso): il risultato è l'inizio di una splendida rimonta, salutata dalle trombe del Palarova. Il pareggio arriva a 3'44 dalla fine, grazie alla tripla di Pasa e il sorpasso porta la firma di Idolo che dalla lunetta sente il bambino che gli dice “tira bene” e lo ascolta. Le occasioni per allungare non mancano, ma non vengono colte dai locali. A 26” dalla fine l'Hesperia pareggia. Idolo si prende la responsabilità dell'ultimo giro. Lascia passare i secondi, non trova il varco e scarica su Pasa che invece di penetrare e cercare il fallo opta per il tiro dalla lunga distanza a 7”. La scelta si rivela doppiamente sbagliata: il canestro non c'è, ma il letale contropiede avversario sì.
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