«La morte di Salom ha riportato tutti con i piedi per terra»

Il commentatore Sky: «Bene la distensione fra Rossi e Marquez La sicurezza sui circuiti? Purtroppo non è mai abbastanza»
Di Rocco Coletti

di Rocco Coletti

Dall’incidente mortale di Luis Salom (Moto2) a Barcellona fino alla stretta di mano tra Valentino Rossi e Marc Marquez: dal weekend che ha scosso le coscienze degli appassionati delle due ruote delle moto fino al prossimo Gran premio di Assen (26 giugno), in Olanda. C’è aria di svolta nella stagione del Motomondiale. E nessuno meglio di Mauro Sanchini, 46 anni, pesarese, ex pilota e ora commentatore tecnico di Sky, può raccontare gli umori del momento. Le paure e le speranze di un ambiente che vive di duelli, ma che ultimamente, forse, era andato un po’ sopra le righe.

Mauro Sanchini, che cosa ha insegnato la morte di Luis Salom a Barcellona?

«Che, purtroppo, non riusciamo a prevedere tutto. Ci ha ricordato che dobbiamo tenere conto che le moto e la velocità producono pericolo. La realtà è questa. Pensavano di essere arrivati a proteggere tanto o tutto e invece l’incognita è all’ordine del giorno, il pericolo dietro l’angolo».

Quella curva al Montmeló andava eliminata?

«Andava protetta di più, ovvero occorreva avere vie di fuga. Ma non è semplice prevederlo, perché le cadute, solitamente, terminano un po’ più avanti di dove è finito il povero Luis. Purtroppo, la prevenzione non è mai abbastanza, anche se in questi anni è stato fatto tanto. Ci sono delle trappole nascoste in pista, anche se questa era un po’ più in superficie».

La sicurezza è un tema più o meno di attualità per il Motomondiale?

«La sicurezza non è mai abbastanza. Spero che, per dare un significato a quanto accaduto, venga alzata l’asticella».

Come?

«Io credo che le esigenze della Formula 1 e del Motomondiale siano un po’ troppo distanti tra di loro; andrebbero fatte convivere diversamente. Lo spazio di fuga in asfalto era stata chiesta dalla Formula 1. Noi del Motomondiale, invece, abbiamo bisogno di ghiaia che frena il mezzo. È un problema da affrontare: ci sono esigenze lontane tra noi cugini».

Che cosa è cambiato in Valentino Rossi? Se l’aspettava quel gesto di distensione verso Marquez dopo il grande gelo?

«Sicuramente qualcosa è cambiato. Quanto accaduto a Salom ha scosso tutti. In quei momenti capisci che tutte le frizioni dell’anno scorso non servono a nulla. Ti rendi conto che tutto era sopra le righe. Nell’ambiente si respira quell’apatia che, in occasione dei Gran premi, generava tensione, quella cortina di nervosismo che ti fa stare male. Non ti senti a tuo agio. E il colpo dell’incidente mortale di Salom ha riportato tutti sulla terra. Salom ha fatto riflettere, si percepiva troppa tensione dopo le ruggini dell’anno scorso».

In pista è un Valentino Rossi diverso o è sempre lo stesso rispetto all’anno scorso?

«No, forse è ancora più al top. Secondo me, va più forte dello scorso anno. Il livello di loro tre – Rossi, Marquez e Lorenzo – è altissimo. Valentino ha trovato una moto messa a punto bene che gli permette di esprimersi al massimo. Si diverte a guidarla e riesce a dare quel qualcosa in più che fa la differenza».

Che pista è Assen? Chi favorisce?

«Dovrei rispondere Valentino, ma si fa fatica quest’anno a fare previsioni. È un Mondiale imprevedibile: gomme ed elettronica influenzano il risultato. I pronostici sono stati tutti tutti ribaltati».

Che duello c’è da attendersi in Olanda per la vittoria?

«Quello tra Marquez e Valentino, un gran duello come lo scorso anno; non penso Lorenzo possa stare dietro di loro fino alla fine. Però, mi aspetto un duello rispettoso, non più spericolato».

Andrea Iannone ha avuto ancora problemi: giusta la sanzione di partire dall’ultima fila ad Assen?

«Lui va forte, ha un livello di guida simile ai primissimi. Però, ha commesso un altro errore, penso di distrazione. Non era voluto quell’errore».

Iannone è vittima del suo istinto oppure è un problema di esperienza?

«No, penso sia caldo e istintivo; non è un discorso di esperienza. Lui andava richiamato, certo, ma farlo partire dall’ultimo posto no. È anche pericoloso, perché lo costringi a fare una rincorsa. E poi parte in mezzo a piloti che non sono del suo livello».

Lorenzo si è lamentato perché il vastese non gli avrebbe nemmeno chiesto scusa.

«Iannone è convinto in buonafede di non aver sbagliato e per questo non gli ha chiesto scusa. Non ha cercato il contatto, ma le velocità erano diverse e chi sta dietro ha sempre torto».

La Ducati ha divorziato da Iannone per i suoi eccessi in pista?

«Quando sei Ducati e punti su Lorenzo, la scelta l’hai già fatta. E penso che sia più adatto Dovizioso come compagno di Lorenzo. Credo che sia una scelta ponderata, probabilmente avrei preso anch’io quella decisione».

L’amministratore della Ducati, Claudio Domenicali, ha detto: «Siamo contenti da un lato e scontenti dall’altro».

«Ha ragione. Sono stati anche un po’ sfortunati, Dovizioso poteva essere ai vertici della classifica del Mondiale e lo stesso la Ducati. Diciamo che hanno raccolto meno di quanto seminato».

@roccocoletti1

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