Gazebo, striscioni e giovani ciclisti sul monte Avena è festa per tutte le età

Sostenitori dei corridori e turisti stranieri hanno vissuto una giornata all’insegna dell’allegria in attesa della carovana



Tutto come da programma. Finale col botto per la tre giorni bellunese del Giro d’Italia.

L’ascesa al monte Avena non ha tradito le attese: migliaia di persone si sono riversate ai bordi degli ultimi sei chilometri prima del traguardo. Strade chiuse anche a molti mezzi della carovana e non poche difficoltà per raggiungere la cima del monte Avena per via dell’assalto, iniziato già di prima mattina.

Fanno bella mostra di sé i tanti sostenitori di Roglic giunti dalla Slovenia. «Rogla, rogla» cantano, ma alla fine se ne torneranno a valle con la bandiera ammainata.

Ogni tornante registra la presenza di un gazebo, ogni gazebo è sinonimo di festa a base di birra e panini col pastin a cui in pochi riescono a sottrarsi.

Sono numerosi gli sportivi bellunesi e feltrini che si sono cimentati per l’occasione con l’ultima salita di questo Giro d’Italia. Spiccano, tra loro, l’azzurra della mountain bike Giorgia Marchet di Anzù di Feltre, brillante protagonista nelle prime due gare di coppa del mondo Under 23. Con lei le amiche Federica Rento ed Elisa Rigo. Presenti sulle rampe del monte Avena anche i giovanissimi Alessandro Maso, Francesco Rento, Elia Lieo, Dante Barp e Martin Gris.

Uomini, donne e bambini: tutti insieme appassionatamente, per vivere dal vivo la grande festa contagiosa del Giro d’Italia. Presenti sul monte Avena anche i giovanissimi trevigiani Alessandro Trinca di Sernaglia e Pietro Pilat, nove anni, entrambi saliti in bicicletta insieme a Vittore Trinca, il papà di Alessandro. C’era anche l’altro papà, Giampaolo Pilat, impegnato però a provare il percorso in vista della Granfondo Sportful di metà giugno.

«Tifiamo Vincenzo Nibali» hanno gridato fieri i due ragazzini. Presenti, per una volta nelle vesti di semplici tifosi e non di sportivi impegnati nell’organizzazione di una gara ciclistica, Tupac e Renzo Dalla Rosa, titolari dell’omonimo negozio di bici oltre che meccanici al seguito di diverse corse, non solo amatoriali.

Ai meno tre dal traguardo, su una sella dal panorama mozzafiato con vista proiettata su Feltre, trova posto un gruppo di ungheresi, saliti in bicicletta tutti rigorosamente in maglia rosa. Non hanno un beniamino a cui destinare il proprio tifo, spiegano a fatica, ma sono arrivati in Italia con l’obiettivo di vivere da vicino la grande festa che si scatena lungo le strade dove passa il Giro d’Italia.

«Si parla tanto del Giro d’Italia nel nostro paese. Dopo averlo seguito in televisione, quest’anno abbiamo deciso di venire in vacanza qui per gustarcelo dal vivo. Abbiamo fatto bene».

Al loro fianco un ragazzo, anch’esso in maglia rosa che però, a ben guardare, è della squadra di calcio del Palermo.

Il monte Avena ha anche messo a nudo la debolezza di un territorio che il passaggio della tempesta Vaia in autunno non ha risparmiato.

Tanti gli alberi schiantati ben visibili a bordo strada. Immagini dure, che tanti dei presenti avevano visto prima solo in televisione.

«Non ce l’aspettavamo, sono immagini che colpiscono dritte al cuore», fanno sapere alcuni tifosi saliti sul monte Avena dal Trevigiano.

Più ci si avvicina al traguardo e più il clima si surriscalda. Decibel ai massimi livelli ad un chilometro dall’arrivo dove ha trovato posto lo Swatt corner. «Quando il Giro chiama, noi rispondiamo presente», spiega Francesco De Candido, il “boss” dello Swatt Club che in passato ha vestito con buon successo i panni dell’atleta (sciatore) professionista. «Anche stavolta abbiamo messo in piedi un punto di ritrovo per i nostri tanti amici, soprattutto giovani, che per un giorno dimenticano tutto per scatenarsi nel sostegno a chi fa dello sport una professione».

Finita la tappa, tutti giù verso Pedavena, a piedi in maniera ordinata, in bicicletta un po’ meno, ma dopo una giornata così tutto è concesso. —



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