Gava: «Mi aspettavo la conferma ma nel calcio le cose vanno così»

SEDICO. Due titoli e una promozione. In due stagioni Bruno Gava ha lasciato dietro di sé, al San Giorgio Sedico, gli importanti frutti del suo lavoro. Il neoallenatore del Nervesa, trevigiano, ripercorre il biennio sedicense. Il matrimonio con la società del presidente Sergio De Cian si è concluso all’indomani dell’ultima giornata di campionato, in cui i biancorossocelesti hanno ottenuto una vittoria sul terreno del Laguna Venezia. Al posto di Gava la dirigenza ha promosso il responsabile tecnico del progetto Pizzocco, Roberto Raschi.
Gava, partiamo da un bilancio di queste due stagioni.
«Sono stati due anni strepitosi. Vincere due titoli in un anno, la coppa e il campionato, e fare così l’en plein non capita a tutti. Ma anche quest’anno abbiamo fatto qualcosa di veramente importante. Dopo aver cambiato abbastanza profondamente la squadra, siamo riusciti in una categoria nuova come l’Eccellenza ad ottenere il quinto posto e solo per un punto non siamo riusciti a disputare i playoff».
Società e giocatori, qual è stato il suo rapporto con il San Giorgio Sedico?
«Mi sono trovato benissimo. La società mi ha sempre messo a disposizione tutto ciò di cui avevo bisogno e mi ha lasciato lavorare con tranquillità. Non è facile trovare una struttura così ben organizzata. Quanto ai giocatori, ho avuto un gruppo straordinario».
Come ha preso la scelta operata dai dirigenti sedicensi di non confermarla, al termine del biennio, scegliendo di sostituirla con Raschi?
«Logicamente mi aspettavo la riconferma, se devo essere sincero, visto come erano andati questi due anni. Ma nel calcio ci sta. La società ha scelto di affidarsi ad un allenatore del posto e auguro a lui e a tutto l’ambiente di ottenere ottimi risultati. Ci siamo lasciati senza nessuno screzio, anzi con alcuni ho anche mantenuto ottimi rapporti».
Fare calcio in provincia di Belluno. Quali differenze ha trovato rispetto a Treviso?
«Bene o male il calcio è uguale, a Belluno come in Sicilia. L’importante, ciò che fa la differenza, è avere dei validi rapporti umani tra società, allenatore e squadra. Quando la società è seria e ti permette di lavorare, così come è avvenuto nel mio caso, tutto va bene».
In questi due anni ha lanciato anche qualche giovane, come Pescosta che sta ben figurando in serie D.
«Sono contento per lui, perché sta facendo molto bene il quella categoria. Ma oltre sono da tenere sotto osservazione anche altri giovani, soprattutto Longo e Moretti, senza nulla togliere agli altri».
Infine, la sua nuova avventura al Nervesa…
«Sono arrivato in una nuova realtà, una società con un buon passato. Non è mia prerogativa, comunque, portarmi giocatori da Sedico. Solitamente le società mi propongono qualche nome e io, assieme a loro, valuto in base alle esigenze tecniche».
Nicola Pasuch
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