Elia Barp, iniziata la volata verso le Olimpiadi. «Io e l’Italia per le medaglie ci saremo»

Sci nordico. Il trichianese ha passato l’estate quasi sempre in raduno. «Sarà un grande vantaggio gareggiare a casa in Val di Fiemme. Pellegrino per noi è una vera guida. Puntiamo molto sulla staffetta»

Ilario Tancon
Elia Barp, qui in azione sugli skiroll
Elia Barp, qui in azione sugli skiroll

Non si nasconde Elia Barp. Il fondista di Trichiana, che per seguire la propria passione (poi diventata un lavoro) si è trasferito a Falcade, guarda alla stagione 2025-2026 con ambizione e, senza timori e senza tatticismi, come suo costume, indica senza esitazione gli obiettivi per il prossimo inverno, un inverno nel quale l’appuntamento che conta sarà uno e solamente uno, i Giochi di Milano Cortina 2026, le cui gare degli sci stretti andranno in scena sulle piste trentine della Val di Fiemme.

«Io credo che l’Italia possa ambire a una medaglia in staffetta e nella team sprint e – perché no? – anche nello skiathlon», esordisce l’azzurro delle Fiamme Gialle che compirà ventitré anni il prossimo 19 dicembre. In staffetta il dt Markus Kramer potrebbe schierare Barp, Pellegrino e … «Graz, Mocellini, Ticcò, Carollo, De Fabiani, ad esempio. Siamo più d’uno a giocarci un posto accanto a Chicco per la gara a squadre. E ci sarà una bella guerra anche per affiancare Pellegrino nella team sprint. Il poliziotto valdostano, che per noi rappresenta una guida e dal quale abbiamo imparato tanto, sarà il faro di queste due gare, ma credo possa giocarsi il podio anche nello skiathlon. Un posto al sole nella gara che abbina la frazione in classico a quella skating potrei giocarmelo anche io, se becco una giornata buona, anzi molto buona. Detto questo, è chiaro che per giocarsi qualcosa in Val di Fiemme bisognerà esserci e per esserci sarà necessario andare forte nelle prime gare di Coppa del Mondo».

Tu hai dimostrato di andare forte già nel fine settimana scorsa, nella due giorni del Summer Cross Country di Pinzolo, una due giorni nella quale ti sei portato a casa due vittorie.

«Sono andato bene, soprattutto nella prima giornata, quella in skating, mettendo dietro tutta la concorrenza, anche se è vero che alcuni atleti, come Pellegrino, Graz e Mocellini non c’erano. Nella seconda, dove la gara era più sci alpinismo che fondo, con un otto chilometri di salita da fare in classico, ho puntato a difendermi. Sono soddisfatto del risultato».

Gare non preparate quelle trentine, arrivate al termine di un gran blocco di lavoro.

«Siamo arrivati a Pinzolo dopo tre settimane di altura, una a Passo Lavazè e una a Livigno».

Un’estate passata in raduno.

«In effetti è così. Abbiamo iniziato a fine maggio con il raduno di Gressoney, dove abbiamo potuto sciare, pe proseguire poi con quello di Winterberg, in Germania, a casa di Markus Kramer, e con il doppio collegiale di Torsby, in Svezia e con le gare di skiroll del BlinkFestivalen di Sandness, in Norvegia. Dalla prossima settimana saremo per una ventina di giorni di nuovo in Germania, questa volta a Oberhof, per sciare nel tunnel. Torneremo per inizio ottobre, in tempo per il test in pista allo stadio di Feltre e per il Grand Prix Sportful di skiroll».

Quanto è difficile trascorre tanti mesi con la valigia?

«È una cosa alla quale mi sono abituato e una cosa che non mi pesa: siamo un bel gruppo e questo rende meno difficile stare per tanto tempo lontano da casa».

È cambiato qualcosa nella preparazione rispetto allo scorso anno?

«Abbiamo sciato di più e per noi italiani questa non è una cosa banale. Comunque, grosso modo la preparazione è rimasta quella della passata stagione, con tanto skiroll, diciamo un 40 per cento, poi corsa, 25 per cento, e il resto diviso tra palestra e bicicletta. Sto lavorando molto sulla tecnica dello skating, per migliorare soprattutto in salita dove di certo fatico di più. Saranno solamente le gare a dire se avrò lavorato bene però posso dire di essere a buon punto».

A proposito di bicicletta, Kramer non ama molto le due ruote.

«Sì, secondo lui è meglio limitare le pedalate, per una questione di sicurezza, ma anche per il gesto atletico in sé. Rispetto agli anni passati ho limitato le uscite anche se, dopo diversi anni, sono tornato in gara in occasione della Sportful Dolomiti Race. Mi sono cimentato sul percorso corto, davvero una bellissima manifestazione, anche se le gambe non erano al top. La bici resta la mia grande passione, credo che non mi stancherà mai di pedalare».

Torniamo a parlare di Olimpiadi. Le piste della Val di Fiemme saranno rivisitate rispetto al passato.

«Il giro nuovo lo abbiamo già visto nella scorsa stagione e avremo modo di rivederlo al Tour de ski. Gareggiare in casa potrà essere un aiuto in più per noi azzurri».

Ancora in tema Olimpiadi, qual è il tuo primo ricordo legato ai Giochi?

«Mi ricordo le Olimpiadi del 2018, quelle di Pyeong Chang, in Corea: indimenticabile l’argento di Pellegrino nella sprint in classico, ma anche le medaglie di Aleksandr Bol'šunov, del quale ero tifoso, nella 50 chilometri e nello skiathlon, e l’oro di Iivo Niskanen nella 50 chilometri».

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