«Battere l’Abano Non possiamo fare peggio di un anno fa»
Il vice presidente dell’Union Graziano D’Incà. «Contano i risultati, ma con un pari nessuno avrebbe detto nulla»

FELTRE. Dell’arbitraggio preferisce non parlare. Meglio ragionare sulla squadra, sugli aspetti positivi riscontrati contro Virtus Verona e Belluno e su cosa manca per poter competere con chi staziona costantemente in zona playoff. Il vice presidente dell’Union Feltre, Graziano D’Incà, ha già in pratica chiuso il capitolo derby. Un po’ come deve fare squadra, che ora ha bisogno di ritrovare la vittoria sabato, nell’anticipo casalingo delle ore 15 contro il fanalino di coda Abano.
«Nel calcio», ribadisce il numero due della società verdegranata, «contano i risultati, lo sappiamo. Se fai tre belle prestazioni, ma ottieni zero punti si parla di crisi. Di certo, se abbiamo perso con Virtus Verona e Belluno, vuol dire i nostri avversari hanno avuto qualcosa in più di noi. Contro l’Abano ci aspettiamo tutti di tornare alla vittoria, anche perché altrimenti rischiamo di peggiorare il girone d’andata dello scorso anno, quando abbiamo chiuso a quota trenta punti».
I giocatori parlano spesso di puntare ai playoff. Voi come società però siete sempre molto cauti sull’argomento
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«Che lo facciano i ragazzi ci sta, è giusto scendano sempre in campo puntando a vincere. Ma pure io stesso mi auguro ogni domenica arrivino i tre punti. Poi comunque bisogna confrontarsi con la realtà. Siamo una squadra nuova, abbiamo dovuto rivoluzionare parecchio in estate e non c’era nessuna illusione di puntare ad un campionato di vertice. Sarebbe bello farlo, certo, però in primis bisogna risolvere il nostro annoso problema del riuscire a salvarsi con cinque, sei giornate d’anticipo. Il quarto posto di qualche giornata fa non ci ha illuso, considerando poi che avevamo affrontato alcune squadre della zona bassa della classifica. Al tempo stesso ritengo questa rosa più competitiva dell’anno passato».
Forse proprio qui sta la sfida più importante da vincere per l’Union. Arrivare a maggio senza dover poi stravolgere la squadra come sta avvenendo nelle ultime estati
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«Non è così facile però. È difficile pretendere che un giocatore arrivi da fuori e si innamori di Feltre o del Boscherai: in linea di massima, se arriva un’offerta migliore è facile cambino aria. Qualora riuscissimo, però, a non cambiare molto si inizia ad avere un gruppo attorno a cui inserire poche pedine mirate. In alternativa serve avere quei cinque, sei giocatori della zona meno portati ad andarsene da altre parti».
Torniamo per un attimo al derby di sabato. Vi siete sentiti penalizzati?
«Esprimo un parere personale: delle decisioni arbitrali non parlo, per cui il rigore poteva starci come no e sulla punizione è stato bravissimo Miniati. Il dispiacere è quello di non aver portato via almeno un pareggio: nessuno credo avrebbe avuto da ridire».
(dapo)
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