«Anche sette giorni senza allenamento non sarebbero stati un grosso problema»

Andrea Da Poian, preparatore atletico tra i più noti a Belluno spiega come lo scampato stop totale «si poteva sopportare»



Una settimana poteva non creare problemi. Dieci o più giorni di stop sì. La pensa così Andrea Da Poian, tra i preparatori atletici più conosciuti in provincia. Quest’anno fa parte dello staff tecnico di tre società sedicensi: il San Giorgio di calcio a 11, la Giorik di calcio a 5 e la Giesse di pallavolo femminile. Tre realtà diverse tra loro ma che, come sta avvenendo in tutti gli sport veneti, dovranno ora stoppare le partite. E, sino a ieri pomeriggio, sembrava addirittura si dovessero sospendere anche gli allenamenti. A rimuovere i dubbi è stato un chiarimento della Regione, che ha invitato a lasciare aperti gli impianti sportivi, tranne che in occasioni di partite con pubblico. Ma comunque, quasi certamente, vista la situazione, allenarsi al meglio non sarà affatto facile.

« Innanzitutto vanno distinte e comprese le due diverse linee di pensiero. In ottica di misura di sicurezza e di salute globale, è giusto cercare di limitare al minimo i possibili contagi. Poi, chiaro, le società devono a loro volta rispondere alle esigenze degli allenatori, che cercano risultati e sono rammaricati di non potersi allenare come si deve».

Lei si occupa della preparazione atletica di tre formazioni. Le domando se era preoccupato dal possibile stop agli allenamenti.

«La competitività di un gruppo dalla ripresa del campionato sino all’ultima partita non penso dovesse creare paure. Almeno, io non ero preoccupato e credo abbia in generale poco senso fasciarsi la testa prima del dovuto, trattandosi pure di una situazione comune a tutte le varie avversarie. Ecco, la perplessità invece è sempre un’altra».

Ovvero?

«Il come viene affrontata una seduta d’allenamento, rispetto al quanto si fa o a cosa si fa. Nel momento in cui sento dire “non c’eravamo con la testa”, in riferimento ad una domenica storta, la ritengo un’affermazione errata. I giocatori ci sono sempre con la testa, il problema è il modo in cui la usiamo. I ragazzi devono e avrebbero dovuto – in caso di sospensione – essere bravi a non perdere concentrazione ed attenzione. Occorre dunque responsabilizzare sempre l’atleta».

E fisicamente?

«Da quando ti fermi, esiste una linea immaginaria posizionata al decimo giorno di inattività. Prima di essa, un atleta che svolge tre, quattro sedute a settimana di allenamento più la partita ha un decadimento fisico inferiore al 10%. La vera caduta a picco avviene superato il limite della settimana e mezza circa: parliamo anche di un 30%. Sia chiaro, esistono gli esercizi individuali da fare, ma il discorso non cambia trattandosi di sport collettivi».

Torniamo al “campo” , anche se solo virtualmente. Le sue squadre stanno ottenendo risultati grandiosi.

«Con il San Giorgio siamo primi in Eccellenza. Forse non ce lo aspettavamo, considerando pure il valore di alcuni avversari e il calo a ridosso della pausa natalizia dovuto ad alcuni cambiamenti nella rosa. Ad ogni modo ora proveremo ad ottenere la promozione, ma non faremo drammi qualora dovessimo “accontentarci” dei playoff. La Giorik calcio a 5 ha avuto alti e bassi, ma non mancano le possibilità di fare gli spareggi A2. Infine le ragazze della pallavolo sono seconde con un gruppo di giovani interamente cresciuto nel vivaio». —



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