A 51 anni Luigi Finco eroe per un giorno nel Cortina capolista

Terza. Il portiere ha giocato titolare e parato il rigore decisivo «E pensare che quest’anno dovevo fare solo il preparatore»

CORTINA. «Sai, è stata una di quelle giornate in cui ti riesce ogni cosa, senza un motivo particolare. Avevo un po' di agitazione all’inizio perché ero un pezzo che non giocavo più, però una volta fatte le prime parate tutto è diventato più semplice».

Inizia così la storia dell'eroe per un giorno Luigi Finco, estremo difensore del Cortina. Una vita a volare tra i pali delle porte da calcio, sempre in silenzio. E forse non si sarebbe mai conosciuto per bene questo giovanotto dalle 51 primavere, nella settimana in cui si è celebrato Giovanni De Vettor, anche lui in Terza con il Dolomia.

Poi però arriva un derby, quello con l'Auronzo. Il portiere titolare Gianluca Bernebè siede in tribuna, squalificato. Impegni vari impediscono al secondo di esserci. E così bisogna chiedere a Finco di scendere in campo, in una stagione che lui vorrebbe vivere solamente da preparatore dei portieri, senza impegno.

Ed ecco che, come magia, si scrive il classico film. Un rigore parato a Romano, una serie di interventi da applausi e la vittoria finale.

Ma dicci la verità: avevi intuito dove calciava o ti sei buttato sperando andasse bene?

«Guarda, il corpo l'aveva posizionato in maniera tale che mi ha fatto pensare calciasse alla mia sinistra. Solitamente io finto di buttarmi proprio a sinistra per poi tuffarmi a destra. Stavolta ho fatto il contrario ed è andata più che bene. Era calciato a mezz'altezza, però molto angolato».

Non dovevi neppure giocare quest'anno, si diceva.

«Infatti, mentalmente i tanti sacrifici iniziano a pesare per cui con la società sono stato chiaro: io vengo a dare una mano quando posso ma non contate su di me, poi chiaramente resto a disposizione in caso di necessità».

Facciamo qualche salto indietro. Una carriera molto cadorina la tua.

«Borca, Valboite, Cortina. Si, sono sempre stato in queste zone. Fino a 25-26 anni ero a Borca, in Terza. Poi non si è più fatta la squadra e in più c'era la possibilità di alzarsi come categoria, andando in Seconda a Cortina. Mi hanno anche rivoluto al Borca qualche anno dopo, una volta ripartita l'attività calcistica. Ma ho preferito un ruolo da secondo piuttosto che scendere in Terza solo perché non trovavano alternative».

Per chi tifa Finco in serie A?

«Fino a qualche anno fa ero uno sfegatato juventino. Poi però non mi son piaciute alcune mosse della dirigenza, a partire da come hanno trattato Del Piero. Adesso la seguo marginalmente. La domenica, quando posso, vado a vedere un'altra squadra».

Quale?

«Il Belluno. In fondo è la squadra della provincia, e oltretutto il Polisportivo è più comodo da raggiungere rispetto a Feltre. Ci vado con un amico che a volte scende per andare a vedere i gialloblù: io sono senza macchina».

Per concludere, quanto credete al ritorno in Seconda?

«C'è entusiasmo, non lo nego. L'impegno in Terza è meno gravoso, siamo sempre in tanti ad allenamento e credo ci siano le possibilità di continuare a fare bene».

Con un Finco così in porta poi le cose sono più semplici...

«No no, è giusto giochi Bernabè. È più giovane, e sinceramente è uno dei portieri più forti visti in circolazione da queste parti, assieme a Roberto Michieli. Anche perché disputare bene una partita o due è facile, il problema è la continuità nell'arco di un campionato».

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