Vania Zoppè torna in onda Nuova stagione del reality sul mestiere di taglialegna

ALPAGO
«Tanti mi scrivono, sono più conosciuta ma mi sento più a mio agio con la motosega rispetto che davanti alla telecamera». Lo ammette Vania Zoppè, la star del Cansiglio, protagonista ormai da anni del reality “Undercut” di DMax.
«Stiamo registrando qui in Cansiglio la quarta serie di Undercut sul cantiere Col Saler Due Ponti, gestito da Veneto Agricoltura», fa sapere Vania. «Il mio lavoro mi piace, mi piace tanto e farlo vedere agli altri è bello».
Farlo in Cansiglio è ancora più interessante? «Da quando i miei genitori lavoravano nella foresta qui in Cansiglio», spiega, «questo bosco mi è sempre piaciuto. È bellissimo e rimango sempre incantata, è gestito bene per quanto riguarda ad esempio l’ammucchiamento della ramaglia, è come un giardino, è sempre curato».
Vania Zoppè è l’unica donna tra i 5 mila boscaioli delle Dolomiti. Ha 41 anni, risiede a Puos d’Alpago, ha marito e figli. Prima delle 8 è già in bosco, rientra a casa solo a pomeriggio inoltrato.
“Undercut”, in onda su DMax, (canale 52), è una serie ideata e prodotta dalla casa di produzione trentina GiUMa con il sostegno di Trentino film commission.
«Giuma Produzioni ha ideato questo programma e ormai siamo alla registrazione della quarta serie, sull’onda del successo ottenuto, anzi, speriamo di farne una quinta», fa sapere Giuliano Torghele, produttore di Undercut. «Vania Zoppé è bravissima, appassionatissima del suo lavoro ed è veramente un piacere lavorare con lei».
L’idea di documentare il lavoro dei boscaioli è nata subito dopo Vaia. «Noi soci ci siamo interrogati su quell’avvenimento. Applichiamo questi format dedicati al lavoro poco conosciuto. Uno dei meriti di Undercut è portare il lavoro dei boscaioli alla luce del sole, e riuscire a portarlo alla ribalta».
La decisione di tornare in Cansiglio? Per Torghele «è una foresta bellissima, conosciuta in tutto il mondo. Quando abbiamo fatti i casting, qui abbiamo conosciuto Vania Zoppè, l’unica boscaiola professionista dell’arco alpino, da sola in mezzo ai maschi, e lei è straordinaria nel suo lavoro. È boscaiola da sempre ed ha una passione eccezionale».
Vania Zoppè non si è mai pentita di essersi dedicata a questo lavoro. «Fare la boscaiola mi ha sempre dato molta soddisfazione». Il momento più bello? «Preparare la catasta di legna, i tronchi belli, puliti, in ordine. Anzi no… Perché, in verità, il momento di maggiore soddisfazione è quello in cui ridai dignità al bosco, pulendolo come fosse il giardino di casa».
E oggi ciò non è possibile? «Dopo la tempesta Vaia proprio no, se non in rarissimi casi», sottolinea la boscaiola. «È pur vero che quando liberi un pezzo di bosco dai tronchi schiantati cominci a respirare, a sospirare. Ti rendi conto di aver fatto un’opera meritoria, magari ridando luce al sottobosco, per il quale speri che ci sia una rapida crescita. Lo speri, ma in verità sai che questo succederà solo fra generazioni. E allora ti cattura il rammarico. Non so se questi boschi torneranno belli come prima della tempesta Vaia. Non so neanche se si rigenereranno. Quindi mi sono spesso trovata a piangere davanti a questo disastro. Tanto più in una foresta gestita al meglio come quella del Cansiglio». —
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