Una collaborazione con Trento e Bolzano

La proposta del Bard ricalca l’attuale esperienza dei vicini autonomi con il Tirolo Tutti d’accordo, ma prima l’ente di Palazzo Piloni va salvato. Domani la svolta

BELLUNO. Un rapporto di cooperazione, modello Gect Tirolo, tra il Trentino Alto Adige e la provincia di Belluno. Tra lo stato di fatto e la creazione di una Regione Dolomitica ad oggi irrealizzabile, il Bard cerca una terza via e raccoglie l’interesse dei vicini autonomi. Ma il presupposto fondamentale è che Belluno conservi un soggetto istituzionale unico, in grado di dialogare per conto dei 69 comuni.

La situazione è molto fluida, ma le prime novità sono attese per domani, quando la Corte Costituzionale si esprimerà sui ricorsi presentati da otto Regioni, Veneto compreso, contro le disposizioni dell'articolo 23 del decreto "Salva Italia" (legge 214/2011) che ha abolito le giunte provinciali, mantenendo il presidente ed il consiglio ma con un elezione di secondo grado. Le voci che circolano in questi giorni, dopo il rinvio del 19 giugno, ipotizzano una sentenza sfavorevole al governo che ha legiferato sulle Province, di fatto abolendole, ma a Costituzione immutata. Se così sarà, il governo Letta dovrà riparare con un nuovo decreto in brevissimo tempo, pare al massimo in due settimane.

In quel momento si conosceranno i destini anche di Belluno e Sondrio, che avevano ottenuto una deroga già dal governo Monti, anche se poi nulla è successo visto che l’ente di Palazzo Piloni è ancora commissariato. Mantenere la Provincia di Belluno e mantenere l’ente eleggibile è l’obiettivo di tutti quelli che si stanno occupando della vicenda, ma non si può dare nulla per scontato.

«A prescindere dalla decisione della Corte», dice il deputato Pd Gianclaudio Bressa, «sono tutti d’accordo con la necessità di riconoscere con legge dello Stato la specificità della montagna e quindi l’autonomia amministrativa delle due aree interamente montane di Belluno e Sondrio. Ne ho parlato con il ministro per gli affari regionali Delrio e mi è sembrato molto disponibile e si può ritenere che il nuovo provvedimento del governo arrivi in fretta, perché se ci sarà una sentenza sfavorevole della Corte Costituzionale, si creerà un buco normativo».

La lunga attesa dunque potrebbe essere prossima a finire e c’è chi ha già dei progetti, come il Bard, che illustra la proposta fatta durante l’incontro a Sovramonte di due giorni fa.

«Abbiamo capito che la soluzione da sempre caldeggiata, l’area alpina omogenea in un Regione Dolomitica, in questo momento storico non è politicamente nè tecnicamente possibile», osserva il presidente del Bard Moreno Broccon, «ma alcuni rappresentanti del Trentino Alto Adige iniziano a considerare l’allargamento della loro regione senza più i tabù del passato. La strategia giusta, quindi, potrebbe essere quella di costruire un soggetto di collaborazione territoriale, come quello che esiste con il Tirolo».

Il Gect in realtà è qualcosa di più, perché Trento, Bolzano e Innsbruck si trovano regolarmente per decidere insieme su una decina di temi fondamentali e il rapporto è tale per cui, ad esempio, se il Titolo chiede aiuto, Bolzano risponde, come è successo nei giorni scorsi, quando l’Alto Adige ha stanziato due milioni di euro per i danni subiti dal Land Tirolo e del Libero Stato di Baviera a causa del maltempo di inizio giugno. Il Bard pensa, come priorità a promozione del patrimonio dolomitico, trasporti e sanità, ma Bressa ribadisce che senza Provincia di Belluno non si può fare nulla.

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