Un fondo per giovani e famiglie ecco l’asso di Moreno De Val

Nuove idee e lotta allo spopolamento per la lista “Si può fare” che lo candida a sindaco per la terza volta consecutiva. Un contributo per aiutare le coppie

SAN TOMASO. È la costituzione di un fondo decennale per i giovani e le loro famiglie una delle più significative proposte che Moreno De Val fa alla cittadinanza di San Tomaso nel candidarsi a sindaco per la terza volta consecutiva. Un programma, il suo, che promette attenzione ai fini della ricostruzione del territorio post-Vaia, ma che mette nero su bianco delle nuove idee anche in altri ambiti. A partire dalla lotta allo spopolamento.

Che iniziative proponete?

«Da soli non si riesce a tamponare questo dissanguamento del territorio. Per questo sarà necessario fare un ragionamento a livello di Agordino coinvolgendo non solo la politica, ma anche le aziende del territorio e tentare assieme di capire cosa si possa fare. Poi ogni Comune farà nel suo piccolo quello che le sue casse gli consentiranno. La nostra idea è di istituire un fondo welfare-giovani in cui ogni mese, per dieci anni, verseremo delle quote per i nuovi nati e per i bambini fino alla conclusione della scuola dell’infanzia. Ammettiamo che siano 100 euro per un nuovo nato, in dieci anni saranno stati accumulati 12 mila euro, escludendo gli interessi che, comunque, contiamo di ottenere stipulando degli accordi con qualche istituto bancario. La famiglia del “nuovo nato” potrà riscuotere la somma soltanto quando il figlio avrà terminato la scuola dell’obbligo e se, durante il decennio, avrà mantenuto la residenza a San Tomaso».

Altro?

«Sì. Se ci sono coppie giovani che vogliono venire a San Tomaso in affitto o ristrutturare casa pensiamo di erogare un contributo per aiutarle. Vedremo come e quanto, ma siamo consapevoli del fatto che quando la centralina entrerà in funzione ci garantirà 50 mila euro l’anno al netto degli interessi e gli interventi che verranno effettuati con i fondi per la ricostruzione del territorio post-Vaia, libereranno qualche altra risorsa».

Territorio è anche agricoltura. Quali novità in questo campo?

«C’è già un progetto con Vallada, Rocca e Livinallongo per sviluppare alcuni prodotti tradizionali di nicchia, da noi alcuni tipi di fagiolo e le fave. È un progetto interessante perché permetterà anche la nascita di una figura specializzata che sarà di supporto ai privati che vogliono coltivare l’orto e la messa in opera di un sistema di riferimento per l’acquisto dei prodotti. Inoltre daremo vita al centro di raccolta della biodiversità agordina alle ex scuole elementari: sarà un punto in cui stoccare le sementi, ma anche un centro di divulgazione da dove gli esperti accompagneranno i turisti alla scoperta dei campi di produzione».

Raccogliere ciò che si semina. Vale anche nel turismo?

«Intanto vorremmo essere il primo Comune al di fuori del Tirolo che ottiene la certificazione Wanderdorf. Per averla occorre rispettare alcuni parametri: devi avere una sentieristica tabellata, deve avere ricettività, attività collaterali e prodotti locali. Bisogna mettere assieme le forze e crederci».

Sono partiti i lavori per la palestra di arrampicata. Come verrà gestita?

«Nel progetto c’è anche quello di un bar con cucina e qualche idea originale ce l’abbiamo. A fine anno ci siederemo al tavolo con gli amici della Rivolta, Marco Bergamo, Sara Avoscan e il Cai e vedremo come fare. C’è poi ancora un’area da 180 metri quadrati su cui si può realizzare qualcosa di interessante». —

Gianni Santomaso

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