Trenti, sessant’anni al servizio della crescita del territorio

Passata in mano nel 1973 a Valter Da Rin, allora 22enne e nipote del fondatore l’azienda non ha mai pensato a delocalizzare e oggi è un vanto dell’intero Cadore

PIEVE DI CADORE. La forte nevicata di venerdì non ha ostacolato la partecipazione popolare alla grande festa per il 60° compleanno della Trenti, con sede a Perarolo, l’unica industria ottica cadorina ad aver scelto, a cavallo del nuovo millennio, di non delocalizzare la sua produzione, ma anzi di investire oltre 3 milioni di euro senza nessun contributo esterno. Così, in un auditorium Cos-Mo affollato quanto mai, l’azienda ha festeggiato il suo 60° compleanno. Tra i presenti, i dipendenti, gli imprenditori del settore, molti amministratori comunali e politici.

È stato un compleanno- anniversario molto sentito da tutto il territorio: nella storia della Trenti in molti hanno riconosciuto il sogno della propria vita, e per questo negli anni hanno seguito con interesse e soddisfazione lo sviluppo e la crescita di questa azienda che oggi dà lavoro a centinaia di persone.

Sul palco del Cos-Mo, un semplice tavolo, al quale durante l’incontro si sono sedute alcune delle persone che hanno conosciuto e collaborato con Valter Da Rin Pagnetto sin da quando, a causa della morte dello zio Mario Trenti, prese in mano il laboratorio artigianale sviluppandolo con l’aiuto della sua famiglia e in particolare del fratello Nelso. Prima della ricostruzione della storia dell’azienda, ha parlato Vittorio Tabacchi, presidente della Safilo, con il quale Da Rin ha collaborato per 40 anni.

Tabacchi ha ricordato anche che, senza l’impegno di Da Rin, oggi non ci sarebbe nemmeno il museo dell’Occhiale. Valter Da Rin ha quindi ricostruito la storia dell’azienda, non dimenticando il grande contributo al suo successo datogli dalla moglie Silvana e dalla gioia di poter contare su una famiglia esemplare che conta, oltre alla figlia Francesca, anche tre nipoti.

Nel 1959 Mario Trenti fondò l’azienda, dove il giovane Valter crebbe trovando nello zio un secondo padre. Ma, nel 1973, Mario Trenti muore, lasciando tutto nelle mani del nipote. Il giovane Valter prese la presidenza dell’azienda, specializzandola nella lavorazione di occhiali in acetato ed avviandola ad espandere i suoi mercati in tutta Europa e nelle Americhe. Il problema di allora era il reperimento dei clienti e, pur non conoscendo le lingue, Da Rin iniziò a girare il mondo portando a casa sempre degli ordini. L’intuito di Da Rin fece si che la Trenti fosse la prima fabbrica italiana a dedicare una collezione esclusivamente ai bambini: nel 1979 nacque così la linea Lilliput, che a tuttoggi rappresenta il fiore all’occhiello dell’azienda. Poi, a questa linea che è famosa specialmente all’estero, nel 2004 viene affiancata la linea Roberto Cabras, che propone una vasta gamma di modelli in acetato, metallo o combinati, lavorati con materiali innovativi quali il legno o la pelle e che riflettono la creatività del loro ideatore. Nel corso dell’ultimo decennio l’azienda, grazie alla linea Lilliput, si è vista attribuire prestigiosi riconoscimenti: il premio “Veneto innovazione” per una speciale cerniera riconosciuta come prodotto industriale più innovativo e ben due “Silmo d’oro” a Parigi. Dal 2000 la Trenti ha trasferito la sua sede a Caralte di Perarolo: lì, in un più ampio e moderno stabilimento e grazie a macchinari all’avanguardia, si cerca di stare dietro alle esigenze sempre più diversificate del mercato. —

Vittore Doro

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