Tollardo e Zantedeschi nuovi magistrati in servizio

Hanno giurato ieri mattina pubblico ministero e giudice appena nominati in tribunale lei è una giovane bellunese lui un coetaneo di Verona

BELLUNO. Nuovo pm, nuovo giudice. Mattinata di giuramenti, a palazzo di giustizia, per due giovani magistrati. Prima nomina per il pubblico ministero Marta Tollardo e per il giudice Edoardo Zantedeschi. Entrambi hanno ricevuto l’incarico dalla presidente del Tribunale, Antonella Coniglio, accolti anche dal procuratore capo Paolo Luca e dal presidente dell’Ordine degli avvocati fresco di elezione, Erminio Mazzucco.

Visibilmente emozionati e, allo stesso tempo, felici, Tollardo e Zantedeschi hanno firmato e assunto il primo incarico importante della loro carriera in magistratura. Entrano in servizio dopo la fine del tirocinio e il lavoro non mancherà: indagini per l’una, processi per l’altro. Marta Tollardo, 31enne bellunese, si è laureata a Ferrara con 110 e lode. È la terza donna in procura, accanto alla veterana Roberta Gallego e a Katjuscia D’Orlando. Prenderà il posto di Marco Faion, che tra un paio di mesi è dato in partenza per la Procura di Pordenone, la sua provincia di origine. Ma l’organico che comprende anche Simone Marcon non sarà, in ogni caso, al completo. La nuova arrivata dovrebbe ereditare una serie di fascicoli molto importanti, a cominciare da quello della pizzeria incendiata ed esplosa a Pieve di Cadore o da quello della rissa aggravata tra ultras di Lazio e Spal, ad Auronzo. Ma sarà il suo capo Luca a distribuire le varie inchieste.

Edoardo Zantedeschi di anni ne ha 32 e si è laureato con il massimo dei voti all’università di Verona, la sua città. È un rinforzo per le udienze monocratiche, perché d’ora in poi l’altra veterana Coniglio farà di più la presidente del tribunale, continuando comunque a presiedere i collegi, cioè a gestire i processi per i reati più gravi con due colleghi. Gli sono già stati assegnati diversi fascicoli e comincerà presto i dibattimenti.

Non potevano mancare i parenti dei due ragazzi, che si distinguevano soprattutto per il loro sguardo fiero e inevitabilmente fisso sulle toghe. —

G.S.

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