Tiziano bandiera d’Italia al Puskin di Mosca
Da venerdì eccezionale mostra sulla Venezia del Rinascimento con l’artista cadorino in primo piano

PIEVE DI CADORE. «Un arrivo sensazionale», lo ha definito Viktoria Markova; e, visto che si tratta di uno dei più grandi esperti di arte rinascimentale nel mondo, c’è da crederle senz’altro. La mostra “Venezia del Rinascimento. Tiziano, Tintoretto, Veronese” che si terrà al museo Puskin di Mosca da venerdì al 20 agosto promette grandi emozioni e permetterà, non solo ai russi ma anche a molti turisti di tutto il mondo in visita nella capitale, di ammirare capolavori assoluti che vengono da varie città della nostra penisola, assai difficilmente visitabili in un viaggio solo.
«Questa mostra non è solo un motivo di prestigio per l’Italia, ma fa sinergia con tutto quello di buono che noi facciamo, mostrando le varie sfaccettature di un’Italia che dà il meglio di sé». Così afferma Cesare Maria Ragaglini, dal 2013 nostro ambasciatore a Mosca, che annuncia una novità che farà piacere a tutti i bellunesi.
L’opera scelta per rappresentare la mostra e, come tale, portata all’ambasciata italiana a Villa Berg per la presentazione dell’evento sarà la “Salomè con la testa del Battista” di Tiziano. E non solo: se qualcuno si collega al sito del museo Puskin (
www. arts-museum. ru/events
) vedrà come anche qui l’opera di Tiziano sia stata scelta come manifesto dell’esposizione. Il pittore cadorino, insomma, è in buona compagnia, con grandi maestri della pittura veneta; ma rimane un gradino più in alto, come dimostrato dalla grande mostra che gli dedicò lo stesso museo moscovita nel 2013 e che ebbe ben 350.000 visitatori. La “Salomè” è un olio su tela (cm 90 x 72) databile al 1515 circa e conservato dal 1794 nella Galleria Doria Pamphilj di Roma, dopo aver fatto parte delle collezioni del principe Salviati, di Cristina di Svezia e del principe Odescalchi. Il quadro rappresenta Salomè che tiene su un vassoio la testa del Battista, con accanto una giovane serva, in una stanza buia ma rischiarata da una finestra ad arco che s’apre sull’azzurro del cielo.
Le sue donne non appaiono affatto inorridite e, su tutto, spicca il volto di Salomè, di grande ed ideale bellezza, che lo accomuna ad altri celebri ritratti femminili di Tiziano, da Flora alla Donna allo specchio, da Vanità a Violante.
E secondo alcuni Tiziano avrebbe rappresentato Salomè proprio con le fattezze di Violante, figlia di Jacopo Palma, verso la quale nutriva un “affetto” senile: la prova sarebbe una piccola, quasi impercettibile viola che compare sulla scollatura della donna. Ma non basta: nella testa decollata del Battista, Tiziano avrebbe rappresentato addirittura se stesso, vittima di un amore impossibile. La nostra, invero sontuosa, ambasciata a Villa Berg, è divenuta famosa, oltre che per i suoi arredi, per una singolare “baruffa” avvenuta nel febbraio 1960 tra Kruscev e il nostro Presidente Saragat, invitato ad iscriversi al Partito Comunista. Ma Tiziano oggi non porta certo divisioni, anzi avvicina ed accomuna, come del resto sempre seppe fare nell’Europa del suo tempo.
C’è da credere che a Mosca si parlerà anche di Fondazione Tiziano e di Dolomiti, giacché, come ha già sottolineato Maria Giovanna Coletti, sia il curatore Thomas Dalla Costa e sia il supervisore scientifico del progetto Bernard Aikema, sono membri della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore. E sullo sfondo ci saranno pure le immense potenzialità del turismo russo e tutto il fascino delle nostre montagne, di diritto tra le eccellenze italiane ricordate appunto dall’ambasciatore Ragaglini.
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