Testamento biologico provincia ancora indietro

BELLUNO. Testamento biologico: Provincia e Usl pronti ad informare ma anche ad uniformare il territorio su uno dei tempi più importanti, quello della possibilità di decidere il modo con cui affrontare le malattie e la fine della propria vita. Con la legge 219 del dicembre 2017, infatti, viene tutelato «il diritto alla vita, alla salute, alla dignità e all’autodeterminazione personale, stabilendo che nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata».
Di questo tema a livello sanitario si sta occupando il comitato etico dell’Usl 1 presieduto dal primario del reparto di Malattie infettive, Ermenegildo Francavilla. Mentre a livello provinciale è Francesca De Biasi a seguire la divulgazione della norma.
«L’idea di fondo è di uniformare i documenti relativi al testamento biologico in tutti i comuni». Ad oggi soltanto Belluno, Feltre e Val di Zoldo prevedono per i cittadini la possibilità di lasciare all’ufficio di stato civile le disposizioni anticipate di trattamento (Dat). «Ma entro breve presenteremo un modulo con le indicazioni principali per compilare le Dat, accompagnato da un vademecum in cui sono precisati i punti fondamentali della legge, perchè la gente possa decidere in maniera consapevole», dice De Biasi.
La legge è articolata e prevede, all’interno delle disposizioni di trattamento, non soltanto la possibilità di rifiutare l’accanimento terapeutico tra cui rientra la nutrizione e l’idratazione artificiali, ma anche gli accertamenti diagnostici e i singoli trattamenti sanitari. Trattamenti che possono essere somministrati, però, contro il volere del paziente se nel corso del tempo la ricerca scientifica garantisce una certa qualità di vita.
«Come Comitato etico ci stiamo impegnando su due fronti», precisa Francavilla, «da un lato informare la popolazione di questa possibilità. Dopo gli incontri svoltisi a Feltre, il 19 aprile ce ne sarà uno a Belluno. E dall’altro vogliamo supportare l’Usl nella formazione del personale: medici e infermieri. Anche i medici di famiglia rientreranno nella formazione perché diventerà importante il rapporto fiduciario tra paziente e camice bianco per ottenere un consenso informato».
Per Francavilla «siamo di fronte ad una legge che permette alle persone di autodeterminarsi nel caso si trovino in una condizione critica. Il cittadino, però, può in ogni momento rivedere le sue decisioni».
Per quanto riguarda la terapia del dolore, questa è garantita a tutti i pazienti, anche in caso di rifiuto o di revoca del consenso al trattamento sanitario indicato dal medico. Inoltre si prevede che nei casi di pazienti con prognosi infausta a breve termine o di imminenza di morte, il medico si astenga “da ogni irragionevole ostinazione nella somministrazione delle cure e dal ricorso a trattamenti inutili o sproporzionati”. Consigliata, per poter dare seguito alle proprie disposizioni, anche l’individuazione di un fiduciario.
La redazione della Dat, gratuita, può avvenire sia sotto forma di atto pubblico, sia come scrittura privata autenticata o consegnata all’ufficio di stato civile.
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