Telecamere sulle divise della Polizia Locale di Belluno: «Tuteliamo gli agenti»

Ogni intervento di un agente della Polizia locale comporta un rischio. E considerando che le intemperanze nei confronti delle divise sono in aumento, il Comune corre ai ripari. Nei primi mesi del prossimo anno, anche gli agenti della Polizia locale di Belluno avranno le bodycam da applicare alla divisa. «Uno strumento utile per prevenire situazioni spiacevoli e per tutelare i nostri agenti», spiega il sindaco, Oscar De Pellegrin. «Le telecamere saranno un semplice modo per documentare con precisione gli illeciti e faranno da monito a comportamenti irrispettosi verso le forze dell’ordine».
Al comando di via Gabelli saranno forniti quattro dispositivi, che saranno usati dagli uomini e le donne di pattuglia. Saranno applicati alla giacca degli agenti. Le immagini, registrate dalla memoria interna del dispositivo (andranno poi scaricate al comando su un server, autonomo rispetto a quello della videosorveglianza) potranno essere messe a disposizione dell’attività di polizia giudiziaria, in collaborazione con le forze di polizia di Stato, e comunque faranno da prova in occasione di accertamenti di reati.
Il ricorso all’uso delle telecamere indossabili (le bodycam, appunto) e un’esigenza sentita dal personale della Polizia Locale, come forma di deterrente rispetto a possibili azioni lesive personali (rischio aggressione) che possono causare anche infortuni sul lavoro. «Finora non sono accaduti episodi spiacevoli», spiega il comandante, Roberto Rossetti, «ma ogni intervento comporta un potenziale rischio».
La videocamera indossabile integrerà la dotazione personale dell’operatore e potrà essere assegnata in via continuativa o solo occasionalmente, per specifiche esigenze di servizio. «La strumentazione sarà attivata solo all’occorrenza», continua Rossetti, «e solo nei casi in cui ci siano da documentare illeciti. Al momento dell’attivazione il cittadino viene informato dall’agente e questo, spesso, porta ad un abbassamento dei toni e fa rientrare situazioni potenzialmente pericolose per l’agente. Si tratta di uno strumento di difesa per l’operatore e, allo stesso tempo, di un mezzo di prevenzione di reati».
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