Smart work, tre imprese rivoluzionano il lavoro

BELLUNO. Dal maggiordomo ai corsi di orientamento scolastico per i figli dei dipendenti, dai percorsi per la genitorialità fino al car pooling (la ditta Larin sta lavorando a una piattaforma che metta in contatto chi offre il passaggio e che ne ha bisogno su determinati percorsi) passando per il lavoro agile o smart work. Qualcosa si muove in provincia, anche se sono ancora poche le imprese bellunesi che si impegnano per regalare ai propri dipendenti una maggior soddisfazione per il lavoro che svolgono e maggior tempo da trascorrere con la famiglia. Il tutto attraverso a un’organizzazione del lavoro più flessibile.
Si è parlato di questo ieri a palazzo Piloni, nell’ambito della settimana del Lavoro agile indetta dalla Regione Veneto. A presentare i progressi fatti in questa direzione in provincia e a coordinare i lavori è stata Patrizia Loiola, presidente di Forcoop Cora. Lo smart work è previsto dalla legge 81/2017, come ha ricordato in collegamento telefonico la senatrice Annamaria Parente, che ha auspicato nuove norme sul tema per garantire la sicurezza sul lavoro.
Tre sono le imprese che ad oggi stanno portando avanti quella che è definita la quarta rivoluzione. I passi maggiori sono stati fatti dalla Marcolin di Longarone che conta 849 addetti. «Dopo il maggiordomo aziendale Matilda», ha illustrato Sabrina Paulon, responsabile del personale, «abbiamo organizzato giornate in azienda per i figli dei dipendenti e avviato progetti diversi di smart working. Siamo già partiti con percorsi di orientamento scolastico per i figli dei nostri addetti e stiamo valutando l’opportunità di partire con il car pooling e con percorsi di genitorialità per aiutare le neo mamme a superare gli ostacoli che impediscono il loro rientro al lavoro. Serve un cambio di mentalità per apprezzare e capire questi cambiamenti», ha detto Paulon.
Concentrato sul benessere fisico dei suoi 366 dipendenti è Unifarco di Santa Giustina. «L’anno scorso abbiamo avviato il progetto Benessere 365», ha spiegato Luigi Rampino, responsabile del personale. «Abbiamo messo a disposizione una nutrizionista che ha eseguito 150 consulenze, abbiamo dato la possibilità di seguire un corso nutrizionale on line e abbiamo avviato lezioni di nordic walking. E stiamo valutando un piano di car pooling».
Sta muovendo i primi passi la Cooperativa Cadore che, insieme con la società Jointly di Milano, ha avviato un’analisi dei bisogni dei propri dipendenti, base per poter riorganizzare il lavoro.
Lo smart work piace anche al sindacato, «perché si va nella direzione di conciliare i tempi di lavoro con quelli della famiglia, ci sono risvolti positivi per l’ambiente e fa lavorare meglio le persone», hanno sottolineato Milena Cesca (Femca Cisl) e Giampietro Marra (Filctem Cgil). «Un’indagine ha dimostrato che il lavoro agile porta ad un aumento del 15% di produttività per singolo addetto, il che significa anche un aumento del Pil. Crediamo che con un po’ di creatività e buona volontà le nostre imprese possano uscire dagli schemi e fare grandi cose. I finanziamenti ci sono per questo. Sono un esempio della fiducia he regna tra azienda e lavoratore».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi