«Il sacrificio di questi giovani sia un esempio per tutelare la libertà»

Queste le parole della consigliera comunale Irene Gallon alla cerimonia per commemorare i giovani bellunesi caduti per la Liberazione il primo maggio 1945

La commemorazione dei caduti bellunesi per la liberazione il primo maggio 1945
La commemorazione dei caduti bellunesi per la liberazione il primo maggio 1945

Amministratori comunali, associazioni d’Arma, Anpi, prefetto, questore, polizia locale e cittadini si sono trovati oggi, primo maggio alle 9 in piazzale Marconi sotto la targa in marmo che ricorda il sacrificio di sette giovanissimi patrioti bellunesi morti per la libertà. Sono Pietro Poletto, Ardeo De Vivo, Oscar Pisciuta, Sergio Salomon, Renato Sottomani, Bruno tormen e Giovanni Sommavilla. 

Una cerimonia che ha visto l’intervento  del presidente dell’Anpi provinciale, Gino Sperandio che ha ricordato lo scontro violentissimo tra i giovani bellunesi e i nazifascisti che ha portato al sacrificio di ventenni «provenienti da famiglie modeste, che avevano al di là degli ideali la voglia di impegnarsi».

A prendere la parola poi la consigliera di maggioranza Irene Gallon che ha letto l’orazione puntata sui valori della libertà e del sacrificio «incarnati da questi giovani che hanno scelto di lottare e anche di morire per questi ideali. Le guerre e le sopraffazioni portano sempre dolore», ha detto Gallon  pensando anche alle tante madri che hanno perduto i loro figli durante la Resistenza.

Gallon ha ricordato anche le «21 donne all’interno dell’Assemblea Costituente che rappresentavano il cambiamento e sono state portavoce delle istanze di tante italiane che hanno contribuito alla Liberazione».

 Infine il riferimento alla Costituzione e alle parole di Piero Calamandrei per ché «la Costituzione non va avanti da sè ma serve impegno». 

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