In Valle di Schievenin c’è un altro macigno instabile: sarà messo in sicurezza
Provincia al lavoro dopo il masso caduto a pochi metri da una casa. Verranno installate reti e chiodature molto profonde lungo le pareti verticali delle rocce solide già questa settimana. Poi saranno rimossi i detriti caduti dalla montagna

«Le rocce di Schievenin sono molto fragili: potrebbero esserci altri distacchi nella zona da cui si è originata la caduta del masso che ha sfiorato la casa». A parlare è Michele Artusato, esperto ingegnere e dirigente in materia di difesa del suolo in Provincia, la quale si occuperà della messa in sicurezza della parete rocciosa di Schievenin, una frazione del Comune Setteville interessata da un evento che, per un nonnulla, avrebbe potuto trasformarsi in tragedia.
Nella notte tra lunedì e martedì, un masso di dimensioni ciclopiche, pari ad ottanta tonnellate, si è infatti staccato da un’altezza di duecento metri, ruzzolando giù dalla montagna per poi arrestare la sua corsa a pochi metri dall’abitazione in cui risiedono Bruno Schievenin e Lucia Mazzocco, assieme alla loro figlia disabile, Isabel.
A distanza di un paio di giorni, che i proprietari hanno trascorso nella casa per ferie presente nella valle, l’incubo non è ancora finito. La geologa della Provincia, Stefania Bassani, accompagnata da un consulente esterno sta verificando la situazione. Sulla sommità del versante c’è un altro macigno instabile di grandi dimensioni, stimato in circa 15 metri cubi che dovrà essere ancorato e bloccato visto l’abitazione della famiglia Schievenin si trova a valle, in posizione perpendicolare, mentre lungo il canale lungo il quale l’altro macigno è piombato a valle sono presenti ancora sassi e detriti che vanno rimossi.
Che cosa succederà ora a Schievenin e quali tipi di intervento si prospettano: «Non potendo procedere con la rilocalizzazione, ossia con lo spostamento degli insediamenti umani, realizzeremo un intervento mirato a protezione dell’abitazione della famiglia Schievenin. Nell’area da dove si è staccato il masso, andremo in quota a bloccare quelli che potrebbero essere altri massi instabili, fissando delle protezioni che fungeranno da garanzie per impedire dei potenziali movimenti. Nello specifico verranno installate reti e chiodature molto profonde lungo le pareti verticali delle rocce solide già questa settimana. Non possiamo attendere più di tanto, sennò i coniugi e la loro figlia non potranno più tornare a casa».
Nel frattempo la Provincia ha individuato una ditta specializzata che ha iniziato la demolizione del macigno e poi si dovrà occupare dei lavoro da eseguire in quota con somma urgenza.
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