Sette maiali malnutriti il malgaro è a processo

Falcade. Tre suini morti di fame e freddo, gli altri quattro recuperati con le slitte Il vigile urbano ha ricostruito la scoperta, a ottobre sarà sentito il veterinario
Di Gigi Sosso

FALCADE. Tre i maiali morti di fame e freddo. Quattro quelli messi in salvo. Abbandono e maltrattamento di animali sono i reati addebitati al malgaro Alessio Tabiadon, che qualche tempo prima aveva preso in affitto dal Comune di Falcade la malga “I Lach”. Due suini erano di razza vietnamita: inconfondibili per le loro dimensioni ridotte, oltre che per le orecchie verticali sulla testa e la coda dritta e non arrotolata come quella dei maiali comuni.

È toccato al vigile urbano falcadino ricostruire la scoperta delle carcasse degli animali defunti, sulla base delle segnalazioni di alcuni paesani, e l’operazione salvataggio dei superstiti. Oltre alla Forestale, che aveva fatto il primo sopralluogo, coinvolto il settore veterinario dell’ospedale di Agordo, che fa capo all’Usl 1.

Quel 12 dicembre di quattro anni fa, ci erano voluti i trattori con le slitte, per avvicinarsi ai 1815 metri della malga e proseguire a piedi per l’ultimo tratto. C’era tanta neve e questo aveva rallentato il loro cammino. Quando vigile e veterinario arrivarono, Tabiadon era sul posto, dopo aver parcheggiato la moto a quattro ruote con le catene. Più tardi darà anche una mano a rimuovere le bestie. Ne furono ritrovate tre morte, una sopra l’altra. Erano dimagrite, oltre che normalmente sporche, segno che non avevano mangiato per un certo periodo di tempo.

Poco distante, due maiali ancora vivi, ma a loro volta in condizioni difficili, senza cibo e acqua. Non sarebbero sopravvissuti ancora a lungo, fra l’altro circondati com’erano da letame congelato. In un altro porcile, i due esemplari vietnamiti, anche questi in evidente difficoltà. Le carcasse furono sepolte in una zona adeguata individuata dal Comune di Falcade, mentre i superstiti vennero trasportati a valle, fino alla stalla di Tabiadon e rifocillati. La loro vita è stata allungata, anche se nessuno potrà sottrarli al loro destino già scritto, quando sarà il momento.

Non era semplice raggiungere la malga, ma per l’accusa qualcosa in più lo si sarebbe potuto fare. Strano che la procura della Repubblica non avesse citato il veterinario, ad ogni modo ci ha pensato ieri il pubblico ministero Tricoli. La difesa Tandura si è opposta, ritenendo la richiesta tardiva, ma il giudice Berletti l’ha accolta, rinviando alle 14.30 del 27 ottobre, quando alla fine di quest’ultima testimonanza ci sarà anche la discussione finale.

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