Segnali positivi per la Sest Form, settimana decisiva

BELLUNO. Luci ed ombre sul comparto del metalmeccanico per questo 2014 appena iniziato. A fronte di imprese il cui futuro resta ancora incerto, ci sono altre (seppur poche) che sembrano uscire dalla...
Limana, 25 ottobre 2006, sciopero alla sest
Limana, 25 ottobre 2006, sciopero alla sest

BELLUNO. Luci ed ombre sul comparto del metalmeccanico per questo 2014 appena iniziato. A fronte di imprese il cui futuro resta ancora incerto, ci sono altre (seppur poche) che sembrano uscire dalla crisi.

I segnali positivi. «La Sest», spiega Bruno Deola della Fim Cisl, «dopo aver chiuso molto bene il 2013, sta ripartendo altrettanto bene, visto la ricerca di nuovi inserimenti lavorativi, seppur a tempo determinato. In queste settimane sono partiti i colloqui per intensificare la forza lavoro» . Sempre a Limana, la Costan, pur essendo ripartita un po’ sottotono ,«come avviene sempre in questo periodo dell’anno, lascia ben sperare per il prosieguo del 2014. L’anno scorso aveva assunto per 3-4 mesi, durante il clou delle commesse, un’ottantina di lavoratori e questo non è detto possa ripetersi», prosegue Deola.

Continuano a lavorare senza dover ricorrere ad ammortizzatori sociali anche le aziende dell’area elettronica, come la Procond di Longarone. «Il mercato è difficile, i cambiamenti in questo settore sono all’ordine del giorno. Però l’azienda è stabile e questo è già un buon segnale», dice il segretario della Fim Cisl, che poi si sofferma sulla fusione tra Sapa e Hydro, i due colossi dell’alluminio: «Questa fusione a livello nazionale ha portato a un bacino di 1.500 lavoratori, 170 dei quali si trovano alla Sapa di Feltre. Mentre si sta trattando per definire i vertici aziendali, l’auspicio è che la fusione possa portare nuove commesse e che non ci siano tagli di personale».

Resistono anche Pandolfo di Lentiai, Metalba di Longarone e Forgialluminio di Pedavena:. «Per quanto riguarda la Pandolfo», dichiara Paolo Agnolazza della Fim Cisl, «dopo l’esternalizzazione di alcune attività produttive», «la speranza è che possa ampliare l’attività, conquistando nuovi mercati, così come si era prefissata con il nuovo piano industriale». Agnolazza parla con toni positivi anche della Manfrotto di Villa Pajera: «Si tratta di una bella realtà, che non ha ancora utilizzato la cassa e che cerca di sopperire alle inevitabili flessioni dei carichi di lavoro, utilizzando permessi, ferie. Qui si continua a sostituire chi va in pensione assumendo e questo è un buon segnale».

Da non dimenticare il settore della cottura, cucina e refrigerazioni alberghiere, vale a dire il gruppo Ali «che sta reggendo l’urto della crisi, al pari della Fairex di Sedico che produce brasiere e bollitori industriali», dice Deola.

Il futuro incerto. Resta incerto il futuro dell’Acc, che è ancora in amministrazione straordinaria e che entro la fine della primavera dovrebbe essere venduta.

Sulla Form di Quero, questa settimana dovrà essere definita o meno l’acquisizione da parte di Albertini, sciogliendo la riserva dopo i tre mesi di affitto. «La sensazione è che si potrà giungere all’acquisizione, così come era stato preventivato, visto che tutti i tasselli paiono andare nel verso giusto», spiega Agnolazza, che poi passa a parlare della Ferroli di Alano, dove è stato rinnovato il quadro dirigente: «C’è necessità di ammodernare il prodotto, anche se la situazione è stabile. Ci sarà una bella partita da giocare».

«Le criticità che abbiamo lasciato alla fine del 2013 proseguono, mentre le situazioni stabili allora paiono esserlo ancora. Per capire se reggeremo, bisognerà stabilire quanto sia profonda la crisi e quanto durerà ancora». (p.d.a.)

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