Rubò all’Unieuro, condannato uomo dal passato terribile

BELLUNO. È stata riqualificata in furto aggravato l’accusa di ricettazione mossa contro Johnny Facco, un 44enne originario di San Marino di San Nazario (Vicenza) autore di alcuni furti all’Unieuro...

BELLUNO. È stata riqualificata in furto aggravato l’accusa di ricettazione mossa contro Johnny Facco, un 44enne originario di San Marino di San Nazario (Vicenza) autore di alcuni furti all’Unieuro di Belluno.

La storia di Facco, difeso dall’avvocato Roberto Rigoni Stern, è terribile. Nel 2007 la sua abitazione prese fuoco e tre dei suoi quattro figli morirono nell’incendio mentre lui rimase ustionato nel tentativo di salvarli. Le indagini portarono a scoprire che l’incendio si era sviluppato durante il gioco di uno dei bambini, mentre la madre era fuori casa e il padre si trovava in un’altra stanza.

Da allora l’uomo non si è mai più ripreso ed ha iniziato ad avere problemi di droga, oltre a commettere vari reati. Proprio a causa della sua situazione, Facco è stato preso in carico al Ceis dove è iniziato il suo percorso di disintossicazione e recupero, percorso lungo e complesso, oltre ad essere sottoposto al continuo rischio di finire nei guai, e così è stato.

Durante il suo soggiorno a Belluno, nel 2012, Facco ha preso di mira il negozio di prodotti elettronici Unieuro della Veneggia, rubando un telefono cellulare, un iPad e un lettore mp3.

Secondo l’accusa, Facco era autore di un furto e di due episodi di ricettazione, ma il giudice Elisabetta Scolozzi ha accolto la richiesta dell’avvocato della difesa che, durante il rito abbreviato celebrato ieri mattina, ha evidenziato come non si potesse parlare di ricettazione, ma solo di furto. Il pubblico ministero ha chiesto la condanna a tre anni e sette mesi, parzialmente ridimensionata dal giudice in una condanna a due anni e otto mesi più 1.200 euro di multa, ma in considerazione della recidiva notevole per i numerosi precedenti dell’uomo, gli arresti domiciliari dovranno essere trasformati in custodia cautelare in carcere. L’avvocato farà appello.(i.a.)

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