Rifugio Cavallera rinnovato assegnata la gestione

GOSALDO. Il nuovo rifugio Cavallera ha un gestore. La gara, indetta dal Comune di Gosaldo per trovare un soggetto che prendesse in mano la conduzione di malga Cavallera, del pascolo e del rifugio costruito di recente con i Fondi dei comuni di confine, ha avuto una conclusione positiva.

Con offerta pari a un canone annuo di 15.100 euro, il bando è stato vinto dall’azienda agricola Stefano Rigatti di Nago (Tn), l’unica ad aver partecipato alla gara scaduta il 23 dicembre.

«Speravamo ci fosse un po’ più interesse attorno alla proposta», dice il sindaco di Gosaldo, Giocondo Dalle Feste, «ma per noi è comunque importante avere assegnato la gestione di quel complesso di beni comunali e, in particolare, del rifugio».

Elia Rigatti conosce bene la realtà di Cavallera, essendo il conduttore uscente della malga situata a 1.679 metri ai piedi della Croda Granda che può contare sui pascoli comunali denominati “Camp-Ortiga-Pian Lonc”, sulle casere e sugli stalloni di Cavallera e di Camp. A tutto ciò Rigatti e la sua azienda aggiungeranno ora anche la gestione del rifugio.

Un’opera da 20 posti letto, trenta posti a sedere all’interno e una sessantina all’esterno che l’amministrazione Dalle Feste ha fortemente voluto e realizzato con i Fondi dei comuni di confine. Costruzione del rifugio, sistemazione della malga, realizzazione di un appartamento per il malgaro e creazione di un parcheggio a valle in località Domadore poco oltre l’abitato di Faustin sono costate 800 mila euro.

«Non credo sarà possibile aprire il rifugio per la prossima estate», dice Dalle Feste, «dobbiamo ancora inserire gli arredi del bar e delle stanze. Vorremmo arrivare a conclusione per maggio-giugno, ma sappiamo che tra burocrazia e tempi di esecuzione dei lavori è facile slittare rispetto al calendario prefissato. Quindi diventa difficile poter assicurare che sia tutto pronto per giugno».

Possibile, invece, che si possa aprire per l’inverno 2020-2021. L’obiettivo dell’amministrazione è infatti sempre stato quello di avere una struttura che coprisse entrambe le stagioni. «Nel bando», dice Dalle Feste, «si chiede l’impegno ad aprire il rifugio per 150 giorni l’anno, di cui almeno 20 durante la stagione invernale». —

Gianni Santomaso

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