Quell'incontro con Baglioni ad Agordo
«Le giornata con lui, ascoltava i miei esperimenti»
Metti prima il nome, e dopo il cognome: che è meglio". Il ricordo più lontano che Alvise Bortolini ha di Claudio Baglioni è proprio questo: uno di fronte all'altro, il ragazzino che aspetta il parere del più grande, la frase. «L'ho conosciuto ad Agordo - racconta - e a un certo punto ho iniziato a fargli vedere le mie canzoni. Avevo tutti questi fogli scritti con la musica, e firmavo (con l'orgoglio di un adolescente entusiasta di fare): Bortolini Alvise. E' stata proprio una delle prime volte che ci siamo incontrati che mi ha detto che la firma andava fatta al contrario. Ancora oggi, a pensarci, mi fa sorridere». E' Claudio Baglioni a rappresentare il primo incontro chiave per la strada di una passione profonda. Di mestiere fa tutt'altro: i negozi, la moda, le collezioni. Eppure Alvise Bortolini ha inseguito la sua voglia di creatività per sei dischi; e, questa volta, fino in America: a bussare alla Warner per chiedere i diritti di riprodurre in Italia un cantautore che proprio in Italia pochissimi conoscono, uno di quei nomi da programma radiofonico per cultori. In fondo, un percorso molto coerente: «Questo, secondo me, è un periodo abbastanza brutto per la musica, dominato dall'apparato commerciale. La velocità non favorisce la scoperta vera di talenti: il mondo è pieno di belle voci volonterose. Eppure non basta. Storie come quelle dei ragazzi dei format della televisione sono storie di carne da macello: non faccio una critica alle persone, ma all'uso terribile che ne viene fatto. Per me conta non solo chi fa, ma come lo fa: per me la cosa importante è l'amore per la musica, che è una delle cose più belle della nostra vita. Punto». In questa strada l'incontro con Claudio Baglioni è per Alvise Bortolini illuminante: «Ho un ricordo molto vivido delle giornate passate con lui: mi sentivo, in qualche modo, un privilegiato. Era molto paziente ad ascoltare i miei esperimenti, le prime forme acerbe che cercavo di mettere in musica. E io avevo una fortuna grande: lui stava scrivendo i brani che sarebbero entrati nell'album "La vita è adesso", e me li faceva ascoltare in anteprima, mentre li andava facendo. E' stato un momento in cui l'attrazione per il mondo cantautoriale si amplificava in maniera fortissima in me: Baglioni era già un artista di successo, ma aveva ancora una vita molto vicina alla gente, soprattutto ad Agordo, dove stava bene». (mi.fr.)
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