Puzzle di ceramica per la Rianimazione

FELTRE. L’opera in ceramica raku che realizzata dai ragazzi, che sono soprattutto ragazze, della classe prima del liceo di scienze umane dell’istituto canossiano non è soltanto un bellissimo colpo d’occhio. È anche la dimostrazione di due evidenze. Che c’è bisogno di fare “Più arte” a scuola, come recita il titolo stesso del progetto che ha generato quest’opera d’arte. E che bisogna infrangere le barriere che separano gli ambienti ospedalieri dalla comunità, in questo caso il reparto rianimazione dove il puzzle di ceramica su pannello stato affisso.
Per questo è nata l’associazione “Sconfini di cura”, che non esiste ancora sulla carta ma che ha già dato alla luce un risultato tanto pregevole. Con la supervisione della docente di storia dell’arte Sara Maccagnan e l’aiuto degli artisti Laura Ventolini (in arte “Gingerlab 412") e Nico Toniolo, specializzato in ceramica raku e con un laboratorio di cottura a Marostica, i ragazzi hanno rielaborato lo stile di Klimt per farne cosa propria. Il progetto li ha appassionati e impegnati per molte ore in classe, soprattutto quelle di cottura, le più delicate e stupefacenti.
Perché la ceramica raku una volta infornata cambia colore, si rompe, si trasforma, dando risultati sempre inaspettati. Ieri pomeriggio durante lo scoprimento dell'opera gli studenti si sono presi gli applausi proprio di tutti: dei familiari, dei medici, dei direttori.
«Continueremo questo percorso dai forti contenuti etici», esclama Daniele Del Monte, il primario di Rianimazione e fondatore assieme al prof Andrea Carazzai di Sconfini di Cura, «ringrazio tutti: le ragazze che hanno preparato il buffet, Carazzai che sa darmi sempre importanti suggestioni, l'amministrazione comunale, la direzione generale, perché mi stimola a perseguire questa direzione». Le foto del progetto saranno presto caricate su piuarteascuola.blogspot.it. (f.v.)
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi