Più di otto milioni di euro di danni: è già salatissimo il conto per Feltre

FELTRE. Più di otto milioni di euro: è la primissima stima elaborata dal Comune di Feltre in seguito alla violenta alluvione accompagnata dal vento devastante di due settimane fa. Una stima per difetto, definita «molto cautelativa» dalla dirigente ai lavori pubblici Enrica De Paulis, che ieri mattina ha snocciolato numeri e dati affiancata dal sindaco Paolo Perenzin, dall’assessore ai lavori pubblici Adis Zatta e dai deputati bellunesi Dario Bond e Roger De Menech (D’Incà assente giustificato). Cinque milioni sono riferibili al patrimonio pubblico, intesi anche come danno ambientale; gli altri tre si riferiscono ai danni subiti dai privati, anche se per il momento la cifra non comprende le conseguenze patite dalle aziende produttive ed agricole.
In queste due settimane la città ha mostrato tutta la volontà di rialzarsi e ripartire al più presto: «Ma il primo sguardo a chi arriva a Feltre per la prima volta non deve ingannare», sottolinea il sindaco Paolo Perenzin, «perché quanto fatto finora è solo un primo passo. La città sembra quasi a posto, ma la verità è ci aspettano ancora settimane, mesi di lavoro. Feltre ha subito danni che hanno ricadute non solo sulla sua popolazione, ma anche quella del circondario, tenuto conto».
Le ha elencate l’assessore Zatta: «Tetti scoperchiati, alberi schiantati, mancanza di corrente elettrica e acqua non potabile. Ci siamo trovati a fronteggiare una situazione che non ha precedenti per la città. Per i tetti abbiamo dato la priorità alle scuole, agli edifici del centro storico, alle case di riposo, al cimitero e ai tetti delle case private. Per le piante abbattute abbiamo lavorato subito per rimuovere tronchi e ramaglie, anche se resta ancora materiale da rimuovere. Con l’Enel c’è stato un buon lavoro in sinergia per ripristinare la corrente il prima possibile, mentre tutti i torrenti e i corsi d’acqua minori hanno tutti subito dei danni con detriti che hanno richiesti interventi in alveo, soprattutto il rio Musil.
Al momento tutte le strade sono percorribili, e nel tardo pomeriggio di ieri è stata riaperta anche la Culiada fino all’incrocio con via Brigata Bologna. Soluzione che permette dalla giornata di oggi anche di riattivare il servizio di trasporto pubblico. «Riaprire le strade è stata un’altra emergenza», afferma ancora Adis Zatta. «Nel dopo alluvione il primo snodo riaperto è stato quello della Peschiera per accedere alla Fenadora - Anzù, poi si è proceduto con via Gaggia, via Marconi, viale Montegrappa e la Culiada. La speranza è ripristinare entro qualche giorno anche questa strada.
Questa settimana prendono il via gli interventi di somma urgenza in quattro siti: scuola di Tomo, macello comprensoriale, Magazzini comunali e cimitero. Luoghi che servono la popolazione locale, ma anche quella dei comuni vicini e nel caso del macello della Peschiera anche il Primiero. «Abbiamo individuato questi quattro luoghi», ha spiegato la dirigente Enrica De Paulis, «che hanno bisogno di essere ripristinati quanto prima per i servizi che erogano. Per il cimitero è stata tentata un’apertura per il 2 novembre, ma i danni all’interno erano troppi».
Il patrimonio pubblico paga un conto salatissimo. Edifici, scuole, castello, parco della Rimembranza, caserma Zannettelli hanno subito danni che vengono stimati i 900 mila euro. Altri 80 mila serviranno per sistemare gli impianti sportivi. Infine il cimitero che fa salire il conto a 1,4 milioni di euro. «C’è poi tutta una serie di altri danni che richiederanno tempo per essere sistemati», ha aggiunto la dirigente De Paulis: «Penso alle buche su strade e marciapiedi, ai 120 pali dell’illuminazione pubblica danneggiati, ai problemi su piste ciclabili, ponti e passerelle, alla segnaletica stradale distrutta, alle frane, alcune delle quali importanti. Abbiamo speso 200 mila euro solo i tavolati, teli, onduline e carburante per fronteggiare la prima copertura di emergenza dei tetti scoperchiati». —
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