Pandolfo, la causa per il licenziamento di Toigo si fa a Padova

LENTIAI. Licenziato dalla Pandolfo: la causa di lavoro si fa a Padova. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dal lavoratore Giuseppe Toigo, dopo che il 28 giugno di due anni fa il...

LENTIAI. Licenziato dalla Pandolfo: la causa di lavoro si fa a Padova. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dal lavoratore Giuseppe Toigo, dopo che il 28 giugno di due anni fa il tribunale padovano aveva dichiarato la propria incompetenza territoriale in favore di quello di Belluno. La suprema corte ha stabilito che tocca al giudice del lavoro della città in cui c’è «la sede legale degli organi di vertice della società, cui fa capo l’organizzazione e la gestione della stessa, rispetto al luogo in cui si trovano gli stabilimenti produttivi».

Toigo è stato licenziato in tronco dalla Pandolfo alluminio. Era un sindacalista, oltre che un lavoratore della fonderia, e in un esposto allo Spisal dell’Usl 2 aveva segnalato che non sarebbero state rispettate delle condizioni di tutela ambientale e del lavoro, per cui aveva segnalato i problemi all'azienda e allo Spisal. Toigo avrebbe rilevato la presenza di residui di amianto e l'assenza di alcuni impianti di areazione. Il Servizio prevenzione igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro aveva dovuto inviare gli ispettori. Risultato dei rilievi? Secondo indiscrezioni, tutto sarebbe stato trovato in regola. L'azienda però ha ritenuto di essere stata diffamata, di conseguenza ha licenziato l'operaio. Un licenziamento disciplinare «per aver travalicato il diritto di critica».

La decisione dell’azienda era stata criticata fortemente dai sindacati, che avevano anche tenuto delle assemblee fra i lavoratori dello stabilimento e avevano deciso di proclamare lo sciopero. «Il motivo del contendere è che l'azienda si è sentita diffamata dalla segnalazione che ha fatto il dipendente», aveva detto Benedetto Calderone, della Fiom Cgil, «erano state ventilate alcune criticità sull’impianto di raffreddamento e anche la presunta presenza di amianto. L’azienda dunque si è sentita presa nel mirino e ha assunto le decisioni che sappiamo».

Fiom Cgil non segue più in prima persona la vicenda, dopo la prima fase. Toigo si è affidato all’avvocato padovano Moro. In Cassazione già il pubblico ministero aveva chiesto l’accoglimento del ricorso e ora non rimane che discutere la causa, davanti al giudice del lavoro di Padova. (g.s.)

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