Orzes a Palazzo Rosso per convincere i contrari

BELLUNO. Maggioranza spaccata a Belluno, Ezio Orzes porta lo scotch. I dubbi dei consiglieri di In Movimento e Insieme per Belluno sull'addendum al protocollo d'intesa (parliamo del progetto di...
Ezio Orzes
Ezio Orzes

BELLUNO. Maggioranza spaccata a Belluno, Ezio Orzes porta lo scotch. I dubbi dei consiglieri di In Movimento e Insieme per Belluno sull'addendum al protocollo d'intesa (parliamo del progetto di razionalizzazione degli elettrodotti) riecheggiano oltre i confini bellunesi e hanno spinto l'assessore del Comune di Ponte nelle Alpi, Ezio Orzes, a convocare un incontro per spiegare perché la soluzione C sia la migliore.

E magari per ricompattare la maggioranza in vista del consiglio comunale che, mercoledì, si troverà a votare il famoso addendum, documento che individua una nuova alternativa progettuale con la linea Polpet – Scorzé che oltrepassa il Piave ad Andreane e si innesta sulla linea esistente esattamente dall'altra parte del fiume.

«Non avevamo certo bisogno della lezioncina di Ponte per capire come stanno le cose», attacca Andrea Cervo, consigliere di Insieme per Belluno. «Sono due anni che parliamo di questo progetto, sappiamo di cosa si tratta». Oltre a Cervo, hanno accolto Orzes e il consigliere di maggioranza a Ponte Pierpaolo Collarin venerdì sera a Palazzo Rosso, alcuni membri di Insieme per Belluno, In Movimento e del Patto per Belluno. «Non capisco perché l'assessore Orzes abbia voluto incontrarci», continua Cervo. «Viene a casa nostra, chiedendoci di calare le braghe come Belluno ha già fatto nel 2009, con tutto quello che è successo nella campagna elettorale di due anni fa?».

Orzes, allora, sosteneva Claudia Bettiol: sarebbe entrato nella sua giunta se quest'ultima avesse vinto le elezioni del 2012. «Durante l'incontro l'assessore si è limitato a dirci che bisogna votare la fascia C, perché è la soluzione migliore. Ci ha anche detto che, dopo l'approvazione dell'addendum, potremo chiedere alla Regione che metta delle prescrizioni a Terna: ovvero che i tralicci non vengano armati a 380 kiloVolt. Ma io mi chiedo: sono due anni che Terna dice di no a tutto, che ci spiega che arma i tralicci a 380 per ragioni tecniche, come possiamo pensare che scenda a patti con noi dopo l'approvazione dell'addendum?».

La discussione è durata due ore ed è stata a tratti piuttosto animata. Alla fine Cervo dice di non aver cambiato idea: «Magari qualcuno dei miei colleghi si è lasciato convincere, ma io no. Voterò contro all'addendum, perché penso che non possiamo sempre essere noi a cedere. Cediamo a Terna, cediamo a Ponte nelle Alpi. Il Comune di Belluno dovrebbe impuntarsi: se questo progetto non va bene per il nostro territorio, bisogna tirare fuori le unghie, non cedere».

Alessia Forzin

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