Natura, arte, cultura: boom di visitatori

BELLUNO. Una passeggiata fra i palazzi del centro storico. Una tappa in città per un meeting di lavoro. Una visita rilassante dopo aver percorso l’Alta Via. È un puzzle composto da diverse tessere quello dei visitatori che hanno raggiunto Belluno nel 2017 ma il dato è inequivocabile: il capoluogo è entrato nel gotha delle città turistiche. Lo raccontano i dati diffusi dall’ufficio statistica della Regione Veneto. Tutti con il segno più per Belluno, in un’annata che ha evidenziato, invece, una flessione a livello provinciale.
Se la montagna ha registrato una perdita di presenze del 3,2%, il capoluogo le ha viste schizzare all’insù del 12%. Rispetto alle 143.169 presenze (i pernottamenti) del 2016, si è arrivati nel 2017 a 160.377. Sono aumentati anche gli arrivi (il turista che visita la città in giornata), passati dai 51.860 del 2016 ai 58.850 del 2017 (+13,4%).
Crescita continua. Il trend di crescita è continuo, per la città. Si è arrestato nel 2010, per poi ripartire con uno scatto da centometrista. Il primo allungo c’è stato nel 2011, poi nel 2012. Dal 2015 l’aumento è stato esponenziale, arrivando a sfondare quota 160 mila presenze e a sfiorare i 60 mila arrivi.
Duemila stranieri in più. La maggior parte sono cicloturisti, che percorrono la Monaco-Venezia, ma l’anno scorso in città si sentiva parlare moltissimo in lingua inglese. Sono cresciuti i turisti provenienti dalla Gran Bretagna e anche gli americani (2.678 presenze). Molti sono clienti business, manager di aziende che vengono in città per lavoro, ma molti sono attirati a Belluno dalle Dolomiti Unesco. Il popolo più rappresentato nel puzzle del turismo cittadino è quello tedesco di Germania (8.251 presenze nel 2017), seguito da francesi (3.347), americani (2.678), inglesi (2.064) e svizzeri (1.975). Sono aumentati anche i turisti provenienti dai Paesi Bassi (1.642) e dal Brasile (1.577). Complessivamente gli arrivi degli stranieri sono passati da 16.529 a 19.226, le presenze da 36.712 a 38.473.
Da Milano e Bologna alle porte delle Dolomiti. La maggior parte dei turisti italiani che hanno pernottato a Belluno provengono dal Veneto (69.652 presenze), seguiti da lombardi (12.915), emiliano romagnoli (6.153), campani (4.218) e siciliani (4.202). Gli arrivi di turisti italiani sono passati dai 35.331 del 2016 ai 39.624 del 2017, le presenze sono passate da 106.457 a 121.904 (+14,5%).
Le strutture ricettive. Gli italiani preferiscono il bed&brekfast o l’agriturismo, gli stranieri l’albergo. L’aumento dei visitatori ha portato a riempire le stanze anche nelle strutture ricettive. Gli italiani hanno preferito quelle che vengono definite “strutture complementari”, ovvero b&b, agriturismi, ospitalità diffusa. I pernottamenti in queste strutture sono cresciuti del 16,7% (da 76.923 a 121.904). Gli stranieri, invece, hanno preferito l’albergo (26.196 presenze, a fronte delle 12.277 nei b&b).
Massaro: «Dati che confermano la nostra intuizione». «Questi risultati erano attesi, bastava guardarsi intorno lo scorso anno per vedere quanti turisti, soprattutto stranieri, visitavano la nostra città», commenta. «Ma, soprattutto, confermano che nel 2012 abbiamo avuto un’intuizione corretta: Belluno ha un potenziale turistico e doveva solo esprimerlo. Questi dati ci gratificano, per tutti gli sforzi fatti per portare la città a farsi conoscere». L’aumento dei pernottamenti nelle strutture extra alberghiere «testimonia che non si tratta solo di clientela business, ma di persone che vengono a Belluno per visitarla», continua. «Ma i posti letto ancora non sono sufficienti per rispondere alla domanda. Dobbiamo lavorare per potenziare l’offerta. C’è bisogno di strutture in Nevegal, di un ostello in città, per coprire quel segmento di turismo che non sceglie l’albergo o il bed and breakfast».
Da migliorare, secondo Massaro, ci sono anche i servizi e l’animazione in centro storico, la promozione delle frazioni «che hanno moltissimo da dare e da mostrare», occorre «adeguare l’offerta commerciale alle mutate esigenze della clientela, che chiede di acquistare prodotti del nostro territorio, dal cibo all’artigianato. Un lavoro da fare insieme ad Ascom e ai commercianti». Infine, c’è una sfida che Massaro e la sua squadra vogliono vincere: intercettare quei turisti che pernottano fuori dal comune di Belluno. C’è margine per migliorare ancora.
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