Natale senza luminarie ma con i lampioni accesi

San Gregorio sceglie anche quest’anno l’austerity per far fronte ai tagli L’illuminazione pubblica verrà attivata a pieno regime fino a metà gennaio
Inaugurazione del museo delle zoche
Inaugurazione del museo delle zoche

SAN GREGORIO NELLE ALPI. Il Natale al risparmio dà i suoi frutti e il Comune continua a tenere le luminarie in soffitta. Per l’ottavo anno ai piedi del Pizzocco sarà un inverno senza i filari colorati delle lucine natalizie, ma il paese si mette in luce lo stesso, riaccendendo tutti i lampioni, che solitamente sono spenti quasi per la metà per risparmiare.

Sul rigoroso utilizzo delle risorse non si torna indietro. Con la crisi che perdura, prosegue anche la politica di austerity e l’amministrazione guidata da Nicola Vieceli riconferma questa consuetudine, anche perché è una questione di sicurezza (c’è più gente che gira durante le feste) e serve pure per continuare a dare un segnale. Si guarda al necessario e allora l’illuminazione pubblica, come accade dal 2008, per un mese nel periodo delle festività e solo per un’occasione speciale, tornerà a pieno regime dalla prossima settimana fino a metà gennaio, alzando gli interruttori dei lampioni che di solito sono accesi a intermittenza per spendere meno.

«Manteniamo la solita procedura», dice il sindaco sangregoriese Nicola Vieceli. «Riaccendiamo tutte le luci invece di farle andare al 50 per cento, perché ci sono le giornate più corte e le notti lunghe. In questi anni dal 2008, il risparmio c’è stato, inizialmente di 15 mila euro l’anno, poi la cifra è calata perché il prezzo della corrente è aumentato e i margini si sono ridotti».

A regalare agli abitanti l’atmosfera natalizia ci penseranno gli alberi addobbati come di consueto nella piazza del municipio e in piazza San Luciano a Paderno. Altro capitolo, ma sempre in tema economico, riguarda l’assestamento di bilancio, approvato dalla giunta comunale in attesa che venga portato in consiglio per la ratifica verso fine anno.

C’è un avanzo di amministrazione sull’ordine di 50 mila euro e l’intenzione è di investirne una parte (30 mila euro, ai quali aggiungere il contributo che il Bim dà per la manutenzione dei mezzi) per comprare un trattore che vada a fare lo sgombero neve e il taglio delle siepi, al posto del camion ormai vecchio di trent’anni e per il quale non si trovano più i pezzi di ricambio, con il rischio di rimanere a piedi se dovesse rompersi qualcosa.

Raffaele Scottini

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